domenica, Novembre 24, 2024
Nel 2020 il PIL lombardo fletterà più della media nazionale, ma nel 2021  rimbalzo più consistente

Interessanti i dati pubblicati nel Booklet di Assolombarda dedicato a “L’andamento economico della Lombardia nel confronto nazionale ed europeo”. Secondo lo studio, la ripresa del manifatturiero in Italia è rapida e sopra le attese. Con l’ultimo dato riferito ad agosto, l’Istat ha certificato il ritorno completo della produzione industriale italiana sui livelli di attività precedenti la pandemia, con un +0,4% rispetto a gennaio 2020. Nel manifatturiero è dunque in corso una ripresa a ‘V’ (tanto ripida è stata la caduta, tanto veloce il recupero), a differenza della forma a ‘L’ che caratterizzò la Grande Crisi, con quella lentissima ripartenza dell’attività produttiva nel 2009 e nel quinquennio successivo. Si tratta, inoltre, di una ripresa più veloce rispetto ai maggiori competitor europei, ad evidenza della competitività del nostro manifatturiero: la produzione industriale ad agosto è sopra i livelli pre-pandemia solo in Italia, mentre in Germania è ancora sotto del -11,2% e in Francia del -5,4%.

Tuttavia, considerando nel complesso i primi otto mesi del 2020, la perdita di produzione industriale in Italia è del -15,4% rispetto al 2019; il recupero si prospetta dunque lungo. Inoltre, alla risalita dell’industria si affiancano andamenti ancora molto depressi nei servizi e la recrudescenza della pandemia cui stiamo assistendo negli ultimi giorni potrebbe condizionare in modo significativo lo scenario a breve termine, mettendo a rischio la ripresa in atto.

In Lombardia, a settembre e nel primo parziale di ottobre, la ripartenza dell’economia continua ad essere vivace. Tutti gli ‘indicatori soft’ che monitoriamo per comprendere l’andamento più recente dell’attività produttiva sono, infatti, in sensibile ripresa e si avvicinano ai livelli precedenti la pandemia: i consumi elettrici in Lombardia a settembre sono del -3,6% inferiori ai valori di un anno fa, così come il traffico dei veicoli pesanti sulle tangenziali milanesi solo del -2% nella prima metà di ottobre.
Dati in controtendenza rimangono gli ingressi in area B a Milano (-28% a settembre), il traffico dei veicoli leggeri sulle tangenziali (-14% nelle media delle prime due settimane di ottobre) e la mobilità delle persone per motivi di lavoro (-22% in Lombardia al 15 di ottobre), ancora molto al di sotto del pre-Covid per effetto anche dell’intenso ricorso allo smart working da parte delle imprese del territorio.

Il sorprendente miglioramento della congiuntura, soprattutto nel manifatturiero come sopra commentato, ha indotto i previsori a un rialzo delle stime formulate prima dell’estate. Questo non toglie che il 2020 segnerà la peggiore recessione dal Dopoguerra per l’Italia e per la Lombardia, così come per la maggior parte dei Paesi a livello globale (fatta eccezione per la Cina, in crescita del +1,9% secondo le previsioni del Fondo Monetario Internazionale).

Per l’Italia la forbice sulla perdita complessiva annua varia tra il -9% e il -11%. Nelle stime più recenti di Prometeia (formulate ad ottobre 2020), il PIL italiano nel 2020 è previsto in flessione del -9,6% e per la Lombardia le previsioni sono di un più pesante -10,2%. Ma per la Lombardia il rimbalzo nel 2021 è atteso più consistente, pari al +6,9%, rispetto al +6,2% del totale nazionale. Così, a fine 2021 la perdita cumulata di PIL dell’Italia e quella della Lombardia saranno allineate e intorno al -4%. Per quanto riguarda le nostre province, gli impatti attesi sono più differenziati, riflettendo differenti strutture e vocazioni settoriali. Grazie alla più veloce ripartenza del manifatturiero la perdita a fine 2021 sarà più contenuta per Lodi (-1,4% rispetto al 2019), Monza e Brianza (-2,4%) e anche per Pavia (-3,6%). Al contrario, Milano (-5,1%) risentirà maggiormente la più lenta risalita dei servizi (non solo alle imprese e alle persone ma anche turistici) rispetto al manifatturiero.

Infine, indicazioni tempestive sul mercato del lavoro possono essere tratte dagli annunci pubblicati sul web: secondo le elaborazioni di Burning Glass-Crisp, tra luglio e settembre 2020 in Lombardia risultano del -4% inferiori rispetto al 2019 (dopo il -34% registrato nel secondo trimestre più duramente colpito dal lockdown e il -14% dei primi tre mesi del 2020). Gli andamenti settoriali sono molto eterogenei e riflettono le necessità contingenti delle imprese: sembra che le offerte di lavoro sul web abbiano perso quel carattere programmatico a 3-6 mesi del pre-pandemia. In particolare, nel terzo trimestre tornano a crescere l’alloggio e ristorazione (+41%), ma anche il trasporto e magazzinaggio (+20%) e il manifatturiero (+7%); sono invece ancora in forte diminuzione, pur attenuata, il commercio (-15%) e soprattutto i servizi alle imprese (-20% le attività professionali, -30% i servizi di informazione e comunicazione). Peculiare l’andamento degli annunci in sanità e assistenza sociale che registrano variazioni tendenziali positive del +70% circa in tutti i periodi analizzati, riflettendo la domanda di lavoro crescente per far fronte all’epidemia.
L’impatto della pandemia sul mercato del lavoro rimane dunque rilevante come confermano, ancora una volta, anche i dati di Cassa Integrazione. Infatti, pur proseguendo il riassorbimento dopo l’esplosione ad aprile, i volumi rimangono ingenti: 42 milioni di ore autorizzate nel solo mese di settembre in Lombardia, per un totale di 156 milioni di ore nel 3° trimestre (di cui 73 milioni a Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia).

Tags:

0 Commenti

Lascia un commento

Leggi Metropolis

Ottobre 2024

Seguici:

INSTAGRAM

gruppo cap