L’innovazione tecnologica è parte del DNA costitutivo di ZeroC, la società che gestirà la BioPiattaforma di via Manin a Sesto San Giovanni. Due le linee di trattamento e produzione: fanghi di depurazione (da convertire in energia elettrica e termica) e FORSU, la frazione organica del rifiuto solido urbano (da digerire per la produzione di biometano). Altri prodotti secondari includono fosforo (estratto dalla FORSU) per i fertilizzanti e PHA, ovvero basi per la produzione di bioplastiche con proprietà meccaniche superiori.
Oggi la BioPiattaforma è in fase di realizzazione; la redazione della progettazione esecutiva ha permesso di identificare ulteriori migliorie che ne incrementano resa ed efficienza. Attraverso alcune modifiche (che includono l’utilizzo di una nuova tipologia di dissabbiatori e di sistemi di agitazione dei digestori) sarà infatti possibile produrre fino al 20% in più di biometano dalla stessa quantità di rifiuto organico conferito. La capacità produttiva passa quindi da 2,3 milioni di metricubi standard all’anno, a 2,7.
«L’efficientamento introdotto in sede di progettazione esecutiva – commenta Andrea Lanuzza, direttore di ZeroC – è tanto più importante se consideriamo la fase geopolitica che stiamo vivendo. La penuria di metano è una realtà che impianti come BioPiattaforma possono contribuire a ridurre. Ricordo infatti che secondo le stime del CIC, Consorzio Italiano Compostatori, la FORSU prodotta in Italia – se trattata in impianti simili al nostro – consentirebbe di ridurre del 30% le importazioni di gas. È ora di prendere coscienza dell’importanza del rifiuto organico e del ruolo fondamentale che la tecnologia gioca nel consentirci di sfruttarlo al meglio».
Gli interventi non si limitano alla ottimizzazione del pretrattamento a mezzo di più efficaci dissabbiatori e alle migliorie introdotte nei sistemi di miscelazione dei digestori, ma includono anche alcune varianti alla struttura dell’impianto per migliorarne la logistica e l’impatto ambientale complessivo
In fase esecutiva cambia infatti il modello di conferimento del biometano prodotto, che non verrà più stoccato per alimentare carri bombolai, ma verrà immesso direttamente in rete. Questa variante rende di fatto non più necessario realizzare alcuni dei sistemi precedentemente previsti per la compressione e distribuzione del metano, oltre che per il deposito dei carri bombolai, con una conseguente semplificazione del sistema e una riduzione dei trasporti e dei rischi. Il metano prodotto verrà convogliato a una cabina specifica e immesso a bassa pressione nella rete di UNARETI con la quale è stata avviata una proficua collaborazione finalizzata anche all’installazione di sistemi all’avanguardia per il monitoraggio qualitativo del biometano prodotto
Ulteriori interventi riguardano le stazioni di filtraggio, che consentiranno di ridurre le emissioni climalteranti così come quelle odorigene. «BioPiattaforma nasce con un obiettivo preciso – prosegue Lanuzza – replicare, e oggi possiamo anche dire migliorare, il meglio della tecnologia presente in Europa applicata al trattamento del rifiuto organico e dei fanghi di depurazione. L’impianto non ha omologhi in Italia e pochissimi altri esempi assimilabili in Europa. Le ultime modifiche tecnologiche introdotte in fase esecutiva rendono BioPiattaforma un attore primario della transizione ecologica di quest’area e ne rendono ancora più solido il principio economico: la FORSU è una risorsa preziosa, che sfrutteremo sempre meglio».