Per molti sarà l’ennesimo finanziamento aperto ma per ora è l’unica alternativa per non chiudere bottega. Otto micro e piccoli imprenditori su dieci, secondo un’indagine di Unione Artigiani di Milano e Monza-Brianza tra le imprese associate, sono pronti a chiedere la rateizzazione del pagamento delle bollette garantito dallo Stato. Una rata in più che si aggiungerà all’elenco delle spese mensili, nella speranza che i costi dell’energia prima o poi scendano sensibilmente. Nessuno però si fa illusioni: il 100% degli artigiani interpellati sa che i prezzi di prima non torneranno mai più.
“I nostri imprenditori spesso non sanno cosa fare e ci chiedono un aiuto immediato – commenta il Segretario Generale di Unione Artigiani, Marco Accornero -. Prima di aggiungere un’altra rata ai propri bilanci è indispensabile effettuare un check-up finanziario e capire che cosa potrebbe accadere con le prossime bollette, prima di entrare una spirale senza fine. Con due rate anche non consecutive non pagate le agevolazioni saltano. C’è chi è già in difficoltà a restituire i vecchi finanziamenti pre-Covid, i prestiti Covid e ha sul groppone pure le rate delle cartelle esattoriali. Ci sono anche coloro che hanno il cassetto fiscale pieno di crediti che non riescono a monetizzare e nemmeno a utilizzarli come garanzia”.
Nel frattempo, le risposte degli imprenditori al caro-bollette sono le più varie. Il 90% degli artigiani spegne le luci non necessarie appena possibile, anche quelle dell’insegna (per il 63%), sensibilizzando i loro dipendenti a non sprecare energia. Chi lavora da solo o con i collaboratori familiari riduce il riscaldamento anche ben al di sotto del minimo. Solo il 12% delle imprese del manifatturiero artigiano ha ridotto o modificato gli orari di produzione ma sono pochissime – il 4% – quelle che per ora minacciano di tirare giù la cler nelle prossime settimane se le cose non cambieranno.
Tutte le imprese energivore e gasivore del comparto hanno chiesto di accedere ai diversi crediti d’imposta resi operativi dal Governo e hanno accolto con un respiro di sollievo l’azzeramento degli oneri di sistema nelle bollette. Ogni attività, inoltre, ha passato al setaccio le offerte di nuovi fornitori di servizi elettrici: il 15% ha siglato nuovi contratti mentre l’80% dichiara di non fidarsi fino in fondo. Solo però un manipolo di micro e piccoli imprenditori (15%) prenderà i costi energetici per le corna ed effettuerà investimenti di efficientamento nonostante gli incentivi pubblici disponibili.
“Per il resto – continua Accornero – abbiamo messo a punto una risposta concreta e chiavi in mano aprendo uno Sportello Energia. I nostri esperti di bandi e i nostri Energy Manager possono realizzare piani di efficientamento con l’utilizzo delle agevolazioni in campo, prendendosi in carico tutti i problemi tecnici e burocratici. Il primo incontro è gratuito. Dopo un esame di immobile e impianti, si decide insieme se e come procedere. Diciamo alle imprese che è indispensabile avere una diagnosi dello stato energetico di locali e attrezzature. Ogni progetto di risparmio energetico può partire solo da un check-up effettuato da professionisti certificati ma con pochi investimenti – peraltro incentivati – si possono subito ottenere i primi risparmi”.