Dopo la salita registrata nei primi due mesi dell’anno, il clima di fiducia delle imprese manifatturiere continua a crescere anche nel mese di marzo 2023 nel Nord-Ovest, così come per l’Italia, la Francia e la Spagna (in Germania, invece, l’indice scende da gennaio), grazie ad un miglioramento delle attese per il breve termine. Infatti, l’aumento nel Nord-Ovest e a livello nazionale è trainato essenzialmente dalle aspettative di produzione per i prossimi 3-4 mesi, che salgono sui massimi dalla seconda metà dell’anno scorso e che trovano conferma in più favorevoli prospettive sul lato della domanda. Tra le altre componenti dell’indice di fiducia, gli ordini interni ed esteri calano lievemente, mentre aumentano marginalmente le scorte di prodotti finiti. Infine, si riduce leggermente la produzione corrente.
Secondo le imprese del Nord-Ovest, nel primo trimestre del 2023 sono diminuiti gli ostacoli alle esportazioni: scende al 39,2% la quota di chi lamenta fattori negativi per le vendite all’estero, quando invece per tutti i trimestri del 2022 tale percentuale è rimasta nell’intorno del 50%. Il fattore prezzi e costi rappresenta una criticità per il 21,4% delle imprese (ben inferiore al picco del 30% raggiunto nel quarto trimestre 2022), a conferma che le tensioni inflazionistiche si stanno gradualmente allentando, sebbene permangano su livelli storicamente elevati. Diminuisce anche al 10,8% l’incidenza di coloro che segnalano come problema l’allungamento dei tempi di consegna, in calo dall’11,8% dell’ultimo trimestre 2022 e sul valore più basso dal secondo trimestre 2021, anche se il rientro si dimostra ancora molto parziale (era 2,4% l’incidenza media nel 2019). Scenario diverso sul fronte delle imprese dei servizi del Nord-Ovest, per le quali nel mese di marzo si rileva una diminuzione contenuta del clima di fiducia, che segue al calo di febbraio. L’indice si contrae anche in Spagna e Francia, mentre sale nel totale italiano e in Germania. In particolare, nel Nord-Ovest peggiorano le opinioni sull’andamento dell’azienda, toccando il livello più basso da aprile 2021, ma crescono le aspettative di domanda e, lievemente, i giudizi sugli ordini.
Positive sono le indicazioni lato famiglie, con il clima di fiducia dei consumatori che a marzo sale per il secondo mese consecutivo sia Nord-Ovest sia in Italia. Nel Nord-Ovest crescono tutte le componenti dell’indice, ad eccezione delle percezioni sul clima futuro, che rimane stabile. Considerato l’andamento positivo degli indicatori di occupazione e disoccupazione in Lombardia nel 2022, commentato nel precedente Booklet, è interessante analizzare la dinamica sottostante dei flussi di assunzioni e cessazioni. Nel corso dello scorso anno, in Lombardia si contano 1.509.211 nuovi contratti, un numero in considerevole aumento, del +14% sul 2021 e, soprattutto, del +10% sul 2019; si tratta di incrementi più marcati che a livello nazionale, dove risultano rispettivamente +11% e +7%. In Lombardia appaiono particolarmente dinamiche le assunzioni a tempo indeterminato, che nell’anno rappresentano il 22% del totale e crescono del +21% su base annua (+15% rispetto al pre Covid), mentre a livello nazionale la quota è più bassa (17%) e l’incremento sul 2021 pari al +18% (e, soprattutto, +1% sul 2019). Al contempo, aumentano anche le cessazioni, che in Lombardia passano da 1.194.279 nel 2021 a 1.407.670 nel 2022 (+18%), simile al +16% rilevato a livello nazionale, restituendo quindi una forte dinamica anche su questo fronte. All’interno delle cessazioni, le dimissioni crescono considerevolmente sia a livello regionale (+16% rispetto al 2021 e +33% in confronto al pre Covid) che a livello nazionale (+13% e +28%).
Sulla base di questi numeri di attivazioni e cessazioni e tenendo conto anche delle trasformazioni contrattuali, otteniamo saldi occupazionali positivi sia in Lombardia che in Italia. Nel primo contesto, il saldo è di +101.541 unità, in calo del -20% dal +126.260 registrato nel 2021 ma rispetto all’anno precedente con un forte aumento dei rapporti a tempo indeterminato, che risultano +92.344 (il 90% del saldo annuo) da +26.476. Anche a livello nazionale la differenza tra flussi in entrata e in uscita è positiva, ma la contrazione rispetto al 2021 è più accentuata (-35%) e il contributo dei rapporti a tempo indeterminato è inferiore (85%). Infine, a febbraio 2023 le ore autorizzate di cassa integrazione in Lombardia scendono a 6,3 milioni dai 6,8 di gennaio, in controtendenza rispetto a Piemonte e Veneto dove invece si registra un aumento, mentre rimangono stabili in Emilia-Romagna.
Fonte: www.genioeimpresa.it