Su 42 dipendenti 28 sono donne. E’ anche grazie alla voce delle donne in azienda che UniAbita, la più grande cooperativa italiana di abitanti, aggregata alla galassia Legacoop, parte in avanscoperta e sperimenta nuovi tempi di lavoro con l‘introduzione della settimana corta.
Per favorire l’incontro tra efficienza operativa e i nuovi bisogno delle famiglie, dopo un confronto sindacale e la firma di un accordo tra l’azienda, le rappresentanti sindacali interne e la FILCAMS-CGIL, per la coop con sede a Cinisello Balsamo, la settimana corta diventa finalmente realtà. Da giugno a settembre, in via sperimentale, l’orario di lavoro sarà diverso e corrisponderà ai nuovi bisogni delle lavoratrici e dei lavoratori.
La settimana corta di UniAbita consiste della riduzione di un giorno della settimana lavorativa a parità di stipendio ma recuperando ore lavoro prorogando l’orario giornaliero fino alle 19 e nella pausa pranzo. L’obiettivo è duplice, potenziare i servizi ai soci, (aperture durante la pausa pranzo e fino alle 19) e migliorare il benessere lavorativo dei dipendenti e la conciliazione famiglia/lavoro.
“Diventa tutto più semplice quando, come nel nostro caso, la maggioranza dei dipendenti è donna e il management è quasi del tutto femminile. C’è una sensibilità spiccata sui tema dei diritti della donna-lavoratrice e che ha toccato tutte le nostre dipendenti e i nostri dipendenti”, afferma Mirca Carletti, direttrice di UniAbita e responsabile del tavolo pari opportunità di LegaCoop.
La settimana corta diventa realtà anche grazie all’introduzione di un nuovo metodo di lavoro che ha radici lontane. “Questo progetto è iniziato nel 2015 da una riorganizzazione aziendale, individuando ruoli e competenze chiari, dalla rivisitazione dei metodi per aumentare la produttività ed efficienza lavorativa e rendere più efficaci per procedure di controllo”, spiega Carletti.
“Questo è un risultato molto importante e positivo – aggiunge la FILCAMS CGIL Milano – che testimonia ancora una volta come le rappresentanze sindacali siano sempre attente e pronte a collaborare per sostenere il benessere di lavoratrici e lavoratori. La sensibilità sul tema del lavoro femminile è una battaglia che conduciamo da molto tempo e che trova in questo progetto sperimentale un significativo punto d’inizio sui cui continuare a lavorare nei prossimi mesi”.