Primo via libera al nuovo Regolamento Edilizio Comunale. È stato adottato dal Consiglio Comunale di Pioltello il rinnovato strumento che consentirà di governare le future trasformazioni della città. Un documento tra i cui obiettivi primari vi è, innanzitutto, la semplificazione: in esso confluiranno infatti, oltre al Regolamento edilizio vigente del 2003/04, anche il Regolamento per gli impianti pubblicitari (insegne di esercizio e assimilati), il Regolamento per l’edilizia sostenibile e quello di Funzionamento Commissione Paesaggio, oltre a tenere conto delle esigenze di pianificazione incluse nel PGT. Semplificato, poi, anche nel linguaggio per venire incontro all’utenza – cittadini, professionisti, imprese – e renderlo uno strumento più snello.
Altro, fondamentale obiettivo nella redazione del REC è stata l’uniformità: un lungo, intenso lavoro iniziato nel 2018 in sinergia con Stato, Regione Lombardia, Città Metropolitana di Milano e gli altri Comuni, ha fatto in modo di uniformare, appunto, i regolamenti edilizi su tutto il territorio nazionale per quanto riguarda le regole condivise, rendendolo al tempo stesso flessibile nell’accogliere le specificità territoriali. Uno strumento creato dai Comuni, per i Comuni: ai tavoli di lavoro che si sono susseguiti in questi sei anni, e a cui Pioltello è stata sempre presente sin dall’inizio (passando dal RET – regolamento regionale, al REM – regolamento metropolitano fino al REC), i tecnici e professionisti stessi delle varie Amministrazioni locali hanno potuto portare il proprio bagaglio di esperienza, sia in negativo che in positivo, che è stato recepito per sviluppare un metodo utile nell’applicazione pratica, in aiuto anche ai Comuni più piccoli nell’affrontare situazioni per loro inedite.
La grande innovazione del nuovo Regolamento Edilizio Comunale è poi il concetto del tutto aggiornato di spazio urbano, che tiene conto non solo delle superfici edificate ma anche di quelle non costruite viste però come aree di interconnessione, di relazione e non semplicemente “vuote”. Edifici e zone pubbliche integrati in una progettazione sostenibile dell’intera città, che garantisca la qualità urbana: una sostenibilità che, infatti, non si traduce solo dal punto di vista di prestazione degli edifici e di efficientamento energetico, ma anche dal punto di vista sociale ed economico. Gli spazi pubblici e privati devono poter essere fruiti e accessibili a tutti e quindi disegnati con cura, per favorire una cultura dell’abitare la città e per venire incontro ai bisogni di ogni fascia della popolazione. Pronti anche ad affrontare i cambiamenti climatici, visti come sfida positiva per incentivare nuove tecnologie in grado di far fronte agli scenari futuri. È ora aperto il periodo delle osservazioni, che durerà in tutto quattro settimane: il testo definitivo del REC dovrebbe poi essere approvato dal Consiglio comunale presumibilmente entro l’estate.
ALCUNI PUNTI NEL DETTAGLIO
Le buone prassi che si propone di promuovere, l’Amministrazione le sta già mettendo in atto come evidenziato nella presentazione in Consiglio comunale: dalle piantumazioni (più di 8.500) all’illuminazione pubblica (risparmio energetico del 60% coi lavori fatti nel 2017 e 2018), dalla mobilità dolce (Ciclopolitana) all’efficientamento energetico degli edifici comunali (riduzione della CO2 del 22,9% oltre l’obiettivo PAES).
Proprio in tema di sostenibilità, fondamentale è l’articolo 41 del nuovo REC, che punta al raggiungimento di migliori prestazioni energetiche, senza però legarlo a strumenti specifici: in un contesto di innovazione tecnologica in rapida evoluzione come quello attuale, questo permette di non precludere nuove soluzioni più efficienti in fase di definizione, mantenendo lo sguardo aperto al futuro. Il contenimento dei consumi, inoltre, ha un impatto non solo ecologico ma anche di risparmio: per questo si incentivano, per esempio, l’utilizzo di contatori singoli per l’acqua (come misura anti-spreco) e il recupero delle acque piovane (per irrigazione, cassette di scarico).
Varie le regolamentazioni per contrastare i consumi energetici nelle stagioni di caldo e freddo, e i cambiamenti climatici: per l’estate, sì a parcheggi ombreggiati, depavimentazione (per aumentare le aree verdi in grado di assorbire le piogge), schermature per i balconi e gamme cromatiche chiare per le finiture esterne degli edifici; per l’inverno, bonus per i rifacimenti dei cappotti e via a serre bioclimatiche e vetrate panoramiche.
Grande attenzione alla rigenerazione urbana, con il riutilizzo di aree ed edifici dismessi per ridurre il consumo di suolo, e un occhio di riguardo all’adattabilità degli edifici di modo che possano più facilmente essere riconvertiti nel futuro. Si chiede inoltre attenzione all’impiego di materiali ecocompatibili e riciclabili già in fase di costruzione, soprattutto per quanto riguarda edificazioni industriali. L’accessibilità diventa poi un prerequisito per le nuove costruzioni, sia pubbliche che private.
Ogni fabbricato dovrà inoltre provvedere a compilare un proprio fascicolo “storico” per tutto ciò che lo riguarda, a partire dall’impiantistica, che resti ai condomini e permetta di ripercorrere quanto fatto nelle diverse ristrutturazioni.
Parallelamente ci sono i temi del decoro urbano, una sempre maggior attenzione al rispetto dei centri storici, la valorizzazione, la cura e la messa in sicurezza del patrimonio verde cittadino. I nuovi interventi edilizi dovranno essere contestualizzati rispetto all’ambiente circostante, con particolare riguardo alla qualità architettonica e alla sicurezza (idoneità statica).