Nella settimana dedicata alla Festa del Lavoro, una analisi dell’Unione Artigiani di Milano e Monza-Brianza su dati Camera di Commercio, evidenzia a Milano un trend destinato a sancire il superamento degli artigiani di origine straniera sugli italiani entro il 2027. Gli stranieri attualmente pesano il 36,1%, era il 34,9% lo scorso anno, e passano da 9252 imprese a 9617, su un totale di 26.646 aziende attive in città nel primo trimestre 2018. A questo ritmo, secondo una proiezione, in meno di 10 anni gli artigiani di origine straniera supereranno il 50% del totale degli artigiani meneghini.
“Quello della crescita esponenziale dell’artigianato con titolare uno straniero – commenta il segretario generale dell’Unione Artigiani di Milano e Monza-Brianza, Marco Accornero – rappresenta un fenomeno in costante espansione. Come associazione di categoria accogliamo questo dato in modo positivo, perché assicura la continuità dell’artigianato in tanti settori che hanno visto la diminuzione se non l’abbandono da parte degli italiani. Certo, sempre a patto che vengano rispettate le regole e le attività operino in piena legalità e nel rispetto della concorrenza corretta e leale. Questa rappresentazione dovrebbe anzi essere uno stimolo per tanti giovani italiani a inserirsi in ambiti artigiani in cui si aprono spazi.”
Tra i settori in crescita l’artigianato alimentare, che sarà protagonista nella prossima Milano Food City (da 481 a 499 imprese, +4%), le costruzioni (da 8018 a 8161, +2%), la ristorazione (da 901 a 922, +2%), i servizi per il paesaggio e verde ( da 2122 a 2167, +2%). Nel complesso dell’Area metropolitana milanese, sono 68.494 le imprese artigiane attive, +0,3% in un anno e + 1,6% in cinque anni. Anche qui crescita sensibile degli stranieri, che con un +2,5% passano da 17626 imprese a 18359 in un anno. Male i giovani, che perdono ben 1496 realtà in dodici mesi: erano 7004 nel primo trimestre 2017, oggi sono 6620, pari a un meno 5,5% circa. Crescono le donne, che toccano quasi un +2%, con 10785 ditte contro le 10582 del 2017.
Esemplare il caso di Monza e Brianza. Qui il calo dei giovani artigiani, che passano da 2134 aziende a 2064 (-3% circa), corrisponde al +3% segnato dagli stranieri, le cui imprese passano da 3346 a 3452: più 106 unità in soli dodici mesi. In positivo anche le donne, che segnano un +2,5%, passando da 3005 ditte a 3082. Nell’intera Lombardia, la caduta dei giovani imprenditori artigiani assume numeri drammatici: meno 6% tra il primo trimestre 2017 e il primo trimestre 2018, pari a 1496 imprese scomparse (erano 25057, sono oggi 23561). Di contro, crescita costante per gli stranieri (+2,5% circa), che passano da 43531 ditte a 44630 (+ 1099), e delle donne: poco meno del +1,5%, con 539 unità attive in più nel 2018 (da 37557 a 38096). Solo nelle province di Cremona (-0,9%), Mantova (-1,3%) e Sondrio (-3,5%) gli artigiani di origine straniera sono in calo.
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