Anche l’edizione 2019 della Settimana della Moda ha avuto un grande richiamo e ben al di fuoi del settore. E’ una rassegna che a Milano città coinvolge circa 25 mila imprese e 128 mila addetti, secondo i dati al 2018 della Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi su sedi e unità locali tra shopping di moda, alloggio, ristorazione, servizi business di trasporto e allestimenti, visite ai musei. Circa il 64% tra alloggio e ristorazione, il 22% nello shopping, il 14% nei servizi business, trasporti, 1% nel nella cultura e tempo libero.
Ha dichiarato Valeria Gerli, membro di giunta della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi: “La settimana della moda è un’occasione per apprezzare Milano anche come città d’arte, cultura e leisure. È un momento di forte richiamo che contribuisce in modo decisivo alla collocazione internazionale di Milano, dal punto di vista dei rapporti economici e culturali. Bisogna invitare a tornare e soggiornare più a lungo a Milano e in Lombardia per approfondire e sperimentare le diverse proposte di visita ed esperienza di svago”.
Sono settori che crescono del +2,8% in un anno, del +15,4% in cinque anni e del 29,4% in dieci anni. Milano città pesa circa il 5% nazionale per addetti con 128 mila e circa il 20% per giro d’affari annuale (oltre 10 miliardi di euro, circa 160 milioni a settimana, su circa 60 miliardi italiani). Alloggio e ristorazione valgono il 64% delle imprese dell’indotto della città (16 mila imprese per i due settori insieme, +8% l’alloggio in un anno e + 3% la ristorazione).. Quasi 2 mila gli alloggi, 14 mila tra ristoranti e bar. Sono oltre 5 mila le attività di commercio al dettaglio nell’abbigliamento, tra vestiti e calzature I servizi business, trasporti con oltre 3 mila imprese (14% del totale indotto cittadino, +0,9% per i trasporti e +2% i servizi business). Si tratta di oltre 2 mila imprese nei servizi collegati tra taxi e noleggio autovetture e oltre mille imprese nell’organizzazione di convegni, allestimenti. Visite museali (1% del totale indotto cittadino). Ci sono circa 200 imprese in attività museali e visita di luoghi storici.
Moda italiana nel mondo: un business da 50 miliardi in un anno, Milano prima per export +6,4% – Moda, un export italiano da 39 miliardi nei primi nove mesi del 2018, oltre 50 miliardi in un anno: tra abbigliamento, accessori e calzature, +2,3% rispetto all’anno precedente. Emerge da elaborazioni della Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi e Promos Italia Scrl su dati Istat. In particolare sono aumentate le esportazioni di borse (+4,5%) con 8,4 miliardi, di maglieria (+6,1%) con 2,5 miliardi, di tappeti e moquette (+11,3% ciascuno) con 146 milioni. I 3 maggiori partner italiani sono: Francia (10,4% del totale, +2,9%), Svizzera (9,6%, +19,1%) e Germania (9,2%, +0,5%). E se la Francia è il principale partner per articoli di abbigliamento, maglieria, tappeti, calzature e pellicce, Hong Kong eccelle per abbigliamento sportivo, la Germania è prima per tessuti e per camicie, T-shirt e intimo, la Svizzera per borse e pelletteria, gli Stati Uniti per biancheria per la casa, la Romania per filati, passamanerie e bottoni. In crescita: Cina (+15,5%), Corea del Sud (+10,8%) e Tunisia (+5,9%) ma vanno forte anche i filati in Cina, i tessuti in Marocco, la biancheria per la casa in Israele, i bottoni in Sri Lanka, la maglieria in Cina, l’abbigliamento sportivo a Macao, le borse in Serbia e le scarpe in Cina e Canada.
“La moda si conferma un settore trainante per l’export italiano – commenta Giovanni Da Pozzo, presidente di Promos Italia – Francia, Germania, Svizzera e Stati Uniti restano i mercati di riferimento per il fashion Made in Italy, ma stanno crescendo in maniera esponenziale Cina e Corea del Sud, in particolare per borse, calzature e articoli di abbigliamento. In questi paesi – conclude Da Pozzo – è necessario intraprendere azioni di sistema per consolidare questo trend favorevole e affermare ulteriormente il posizionamento dei nostri brand”.
I maggiori esportatori italiani? Milano, Firenze e Vicenza. Milano protagonista della moda italiana con 5,2 miliardi, un settimo circa del totale nazionale e una crescita del +6,4%. E la Lombardia è protagonista della moda con quasi 10 miliardi di export rappresenta un quarto del totale italiano, +3,6%. Oltre a Milano, leader in Italia, tra i primi 20 posti ci sono anche Como 10°, Bergamo 13°, Varese 17°, Mantova 18° e Brescia al 20°. In forte crescita Lodi (+47,1%), che passa da 40 a 59 milioni, e Pavia (+21,1%). I prodotti lombardi che incrementano di più il loro export sono: le borse (+14,2%), le calzature (+10,6%) e la maglieria (+8,8%). Tra le province, oltre a Milano, si distinguono Mantova prima per maglieria, Como seconda per tessuti, Bergamo e Brescia quarta e quinta per filati, Bergamo seconda per biancheria per la casa, tappeti e passamanerie.
Sono il 33% a Milano le imprenditrici del settore, il 38% in Lombardia – Donne e moda in Lombardia. Sono 13mila le imprenditrici nella moda in Lombardia su 93mila in Italia. Hanno 32 mila addetti. Sono concentrate a Milano, 4.398, il 33% delle imprese di moda con quasi 10 mila addetti. Pesano in regione il 38% del settore, rispetto al 42% in Italia, circa la metà. Sono 2 mila A Brescia, oltre mille a Bergamo e Varese, quasi mille a Como. Più femminile è Sondrio col 55% di imprese della moda al femminile, oltre duecento, con Brescia dove le donne sono il 47% del settore, circa la metà. Il 23% delle imprese sono di straniere e l’11% di giovani. A Milano le straniere salgono al 34% e i giovani al 12%. In particolare cresce il design, +10% le imprese a Milano in un anno, +5% in Lombardia e +5% in Italia.
“Questi dati dimostrano come puntando su politiche del lavoro, siano esse pubbliche o privare, volte a conciliare la vita professionale e parentale sia possibile avere anche in Italia tassi d’occupazione femminile simili a quelli delle maggiori capitali europee e una maggiore qualità del lavoro anche in un settore come quello manifatturiero e del fashion, cosi determinante per il Made in Italy”. Cosi l’Assessore alle Politiche per il Lavoro, Attività produttive, Commercio, Moda e Design Cristina Tajani che prosegue: “Risultati statistici che certificano come la creatività e la voglia di imprenditorialità declinate al femminile siano state capaci di farsi spazio in un comparto come quello della moda e del design una volta ad appannaggio degli uomini, favorendo nuova occupazione e conciliazione senza che questa obblighi a tralasciare la genitorialità”.
Ha dichiarato Marzia Maiorano, Presidente del Comitato Imprenditoria Femminile della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi: “Positivi i risultati sulla moda al femminile. Emerge una partecipazione elevata ad un settore importante per il made in Italy nel mondo. Crescono le designer e questo ci fa ben sperare per il futuro del comparto. Con il convegno di oggi promuoviamo il tema dell’innovazione, centrale per mantenere e rafforzare la nostra competitività”.