Dopo un lavoro durato più di due anni e mezzo, la Città Metropolitana di Milano prima tra gli enti intermedi della Lombardia, giunge all’adozione del Piano per le attività estrattiva 2019-2029. Lo fa rispettando i termini di legge (30 giugno 2019), dopo un’ampia consultazione con i Comuni interessati dell’attività estrattiva (61 su 134 in Città Metropolitana), con un parere positivo della Consulta Cave, organo consultivo previsto dalla legge regionale, e con un voto unanime da parte del Consiglio della Città Metropolitana di Milano. La parola finale toccherà alla Regione per l’approvazione.
“Si tratta – afferma – Pietro Mezzi, Consigliere delegato alla Pianificazione territoriale e Ambiente – di un piano attento all’ambiente e al territorio. Un Piano che, rispetto all’attuale (2006-2019), ha visto ridotti il numero di ambiti estrattivi da 31 a 25, ridotto il numero di cave da 37 a 25, azzerato il numero di giacimenti e che prevede ben 8,3 milioni di metri cubi di materiali di recupero da riutilizzare. Un Piano che quantifica il fabbisogno di escavazione nel periodo 2019-2029 in 32 milioni di cubi, con una riduzione del 40% della stima dei fabbisogni del piano vigente, che prevedeva 54,8 milioni di metri cubi. Un Piano che si regge unicamente sulle quantità residue del piano vigente, che vuol dire non realizzare nuovi buchi nel territorio milanese.
Un Piano che riduce del 45% le superfici interessate dalle future attività estrattive, da 1.427 a 786 ettari, che quindi tutela il territorio e diminuisce il consumo di suolo rispetto alle previsioni del precedente piano. Un Piano che prevede di trasformare 7 ambiti estrattivi in cave di recupero: 5 di nuova istituzione, 2 individuate nel precedente piano”. Il Piano si compone anche di una normativa tecnica attenta al territorio e all’ambiente, una normativa che è stata migliorata grazie anche alle 91 osservazioni che sono pervenute da numerosi soggetti nella fase dedicata alle osservazioni e alle controdeduzioni. “Il Piano contiene – conclude Mezzi – una novità importante: il monitoraggio costante del suo periodo di attuazione, una novità ad oggi non prevista nei piani provinciali esistenti”. Il Piano infine contiene un elemento importante riguardante le garanzie di continuità produttiva da oggi fino al 30 giugno prossimo per quanto riguarda il parere autorizzativo, una scelta apprezzata dagli operatori del settore che evita incertezze e attese di mesi.