domenica, Novembre 24, 2024
Si consolidano le imprese agricole, stabile il prezzo dei terreni

Prosegue il consolidamento delle imprese attive nel settore primario in provincia di Lodi ed in Lombardia. Al 31 dicembre 2018 risultano essere nel complesso 1.311 le imprese agricole della provincia di Lodi, con una consistenza numerica pari al 2,8% delle imprese agricole complessivamente presenti in Regione Lombardia. Rispetto all’anno precedente si segnala un lieve calo numerico (pari a 17 unità, -1,3%), mentre nel raffronto con gli ultimi cinque anni il dato appare più negativo, con un calo di 82 imprese (-5,9%). In Lombardia in testa per numero di imprese agricole si colloca Brescia con 9.854 unità (pari al 22% dell’intera regione), poi Mantova con 7.693 (17%), Pavia con 6.189 (13%) Bergamo con 4.938 (11%), Cremona con 3.880 (9%), Milano con 3.570 (8%). A seguire Sondrio con 2.338 imprese (5%), Como con 2.084 (4%), Varese con 1.702 (4%), Lodi con 1.311 (3%), Lecco con 1.126 (2%) e Monza e Brianza (1%). Le variazioni annue sulla consistenza numerica segnalano una contrazione marcata a Sondrio (-3,1%), più contenuta a Pavia (-2,3%) e Mantova (-2,2%). In positivo Como (+1,4%), Lecco e Monza e Brianza (+0,4%). A livello regionale il calo delle imprese agricole si è assestato su una diminuzione complessiva dell’1%. E’ quanto emerge dai dati relativi al secondo semestre 2018 della indagine sulla situazione del settore agricolo lombardo promossa da Unioncamere Lombardia e Regione Lombardia, realizzata in collaborazione con le associazioni di categoria del settore.

Per quanto riguarda invece i terreni agricoli si registra un trend di sostanziale stabilità, senza variazioni nel corso dell’anno 2018. I prezzi variano, a seconda della regione agricola, tra un massimo di 75.000 euro per ettaro e un minimo di 45.000 euro per ettaro con riferimento ai terreni agricoli irrigui; tra 40.000 euro e 25.000 euro per ettaro per i terreni agricoli goleani o non irrigui. Sono questi i dati che emergono dalla “Rilevazione dei prezzi degli Immobili della Città Metropolitana di Milano” sul secondo semestre 2018, realizzata dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, attraverso una Commissione di rilevazione composta dalle principali Associazioni di Categoria ed Ordini Professionali del settore. “Anche nel Lodigiano continua il processo di consolidamento delle imprese agro-zootecniche medio-grandi, che al fine di ottimizzare i costi di produzione decidono spesso di aumentare i capi allevati investendo nella zootecnica in grado di offrire rendite più incoraggianti rispetto alla cerealicoltura. Da ciò deriva la necessità di reperire terreni agricoli per far fronte alle sempre più stringenti normative in campo agro-ambientale. La scelta ricade prevalentemente sulla locazione piuttosto che sull’acquisto per via dell’impegno di spesa, almeno inizialmente, più ridotto. Il mercato degli affitti è pertanto condizionato da un’elevata domanda rispetto all’offerta mentre al contrario per quanto attiene le compravendite si riscontra in determinate zone un eccesso di offerta. Sempre sul fronte compravendite, che comunque hanno volumi ridotti rispetto al passato, si registra una differenza fra i piccoli-medi appezzamenti ed i fondi rustici: mentre per i primi gli imprenditori agricoli sono ancora gli acquirenti principali, i fondi rustici, intesi come poderi composti da fabbricati e terreni, sono sempre più oggetto dell’interesse degli industriali, anche del settore agro-alimentare” – ha commentato Giancarlo Locatelli, rappresentante dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali delle provincie di Milano Lodi Monza Brianza e Pavia.

“Il numero delle imprese agricole sul territorio lodigiano resta pressoché invariato rispetto al passato – ha affermato Marco Barbaglio, Vice Presidente della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza – con le coltivazioni tradizionali e l’allevamento che rimangono un punto di forza della nostra provincia, tra le aree lombarde ai vertici del Paese per la produzione del latte. Tiene il valore dei terreni agricoli: dopo anni di svalutazioni e la leggera ripresa del 2017, le quotazioni anche nel 2018 rimangono sui livelli dell’anno precedente”.

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