Il 2018 è stato un ulteriore anno di espansione per la Lombardia, sebbene più contenuta rispetto all’ultimo triennio. Le stime più aggiornate indicano, infatti, una crescita del PIL lombardo pari al +1,4% nel 2018, dopo il sostenuto +2,7% registrato nel 2017 ma anche il +1,6% nel 2016. L’Italia nel 2018 si ferma al +0,9%. Rispetto a prima della crisi, a livello medio nazionale persiste una distanza da colmare ancora pari a -3,3%, mentre la Lombardia è già sopra il 2008 del +1,5% e Milano addirittura del +7,0% (per confronto: Emilia-Romagna +0,2%, Veneto -0,2%, Piemonte -5,3%). In termini di produzione manifatturiera, l’attività è cresciuta nella prima metà del 2018 su tassi prossimi al 4%, per poi scendere su tassi sotto il 2% nella seconda metà dell’anno. In media annua, l’aumento della produzione è del +3,0%, risultato positivo ma inferiore al +3,7% totalizzato nel 2017.
Nel corso dell’anno passato anche la performance sui mercati internazionali è stata meno robusta rispetto al 2017, soprattutto nella parte centrale dell’anno, riflettendo il rallentamento del commercio internazionale. Infatti, nel complesso del 2018 le esportazioni lombarde aumentano del +5,2% rispetto al 2017 (raggiungendo i 127 miliardi di euro), quando avevano registrato un più elevato +7,9%. La dinamica dell’Italia è più debole: le vendite all’estero crescono del +3,1% nel 2018, dimezzando il ritmo di crescita del 2017 (+7,6%). Al pari della Lombardia frenano tutte le principali regioni benchmark sia nazionali (l’Emilia-Romagna da +6,9% nel 2017 a +5,7% nel 2018, il Veneto da +5,6% a +2,8%, il Piemonte da +8,0% ad appena +0,4%) sia europee (il Baden-Württemberg da +5,0% a +1,4%, il Bayern da +4,6% a -0,1%, la Cataluña da +8,7% a +1,1%, l’Auvergne-Rhône Alpes da +0,6% a 0,0%).
Tornando al quadro lombardo, la dinamica dell’export nel 2018 riflette andamenti positivi di tutte le province (ad eccezione di Monza e Brianza): il contributo maggiore alla crescita è di Milano (+6,4% annuo) e di Brescia (+7,0%). Trainano in pari misura i Paesi Ue (+5,1%) e quelli extra Ue (+5,3%) e, a livello di settori manifatturieri, continuano a distinguersi farmaceutica (+11,1%), elettronica (+9,5%), metalli (+6,5%), moda (+5,5%) In chiave prospettica, le indicazioni provenienti dal clima di fiducia delle imprese manifatturiere sono di una prosecuzione del rallentamento economico nella prima parte del 2019. Nel Nord-Ovest l’indice è fermo a febbraio 2019 sui minimi da metà 2016. In quest’area, il trend è di discesa da metà 2018 anche per il clima di fiducia dei consumatori.
La flessione del quadro economico in Lombardia non ha per il momento riflessi significativi sul mercato del lavoro. Il tasso di occupazione sale nel 4° trimestre 2018 al 68,3% e quello di disoccupazione si riduce al 6,1% (e il numero di disoccupati scende per la prima volta dal 2011 sotto quota 300 mila). Pur restando su percentuali elevate, tra i 15-24 anni si riduce sia il tasso di disoccupazione (al 20,8% nel 2018 dal 22,9% nel 2017) sia la percentuale di Neet (al 13,1% dal 14,2%). Nel 2018 il saldo degli occupati rispetto al pre crisi raggiunge quota +152 mila con importanti cambiamenti nella composizione interna: tra gli occupati, le donne sono +125 mila rispetto al 2008, gli uomini +28 mila; i laureati (+320 mila) e i diplomati (+76 mila) aumentano, a scapito dei lavoratori meno istruiti con licenza media (-244 mila). Sempre rispetto al 2008, si riducono i lavoratori under 44 di -550 mila unità, in parte per l’effetto demografico, mentre crescono gli over 45 di +702 mila unità. Nel corso del 2018 è stata l’occupazione a tempo determinato a sostenere la crescita: i +27 mila lavoratori rispetto al 2017 sono il risultato di +50 mila dipendenti a tempo determinato, -13 mila dipendenti a tempo indeterminato e -10 mila indipendenti.