La sfida che si presenta all’Europa nel prossimo quinquennio è forse la più importante tra quelle affrontate finora: in primis per la situazione globale con rischi concreti di escalation sia sul fronte russoucraino sia sul fronte medio-orientale. La risposta della UE – in termini di politica estera e di difesa – deve essere forte, chiara, unitaria.
Lo stesso vale per la competizione con i mercati asiatici (riguardo alla concorrenza sleale) e sul fronte del Climate Change per richiamare alla responsabilità i principali Paesi inquinatori come Cina e India: possiamo essere virtuosi finchè vogliamo, ma non si può vincere la battaglia del 2030 senza la loro collaborazione.
Un’altra sfida fondamentale è a livello culturale, chi verrà eletto dovrà cercare di fermare la deriva in atto da anni in Occidente: l’istruzione e la meritocrazia fatte a pezzi; il sistematico sberleffo per qualsiasi valore conservatore subito identificato come reazionario; l’ostracismo verso ogni idea percepita come “antica” (e di contro l’entusiasmo incondizionato per tutto quello che è nuovo, alternativo, sperimentale); la negazione del senso di paternità e di maternità; la dissoluzione dei legami comunitari; la fine di ogni istituzione e di ogni politica volte a proiettare il singolo in una dimensione più grande.
Va detto che il quadro generale è mutato rispetto al 2019 e sono diminuiti i partiti euroscettici, sia perché qualcuno di essi è diventato partito di governo, sia perché di fronte alle grandi emergenze si è visto come sia fondamentale ragionare da unione di stati e non da singole nazioni.
Rimane una questione terribilmente concreta da risolvere: i nostri Parlamentari dovranno guardare all’interesse dell’Italia e non solo ai diktat dello schieramento dove sono posizionati a Strasburgo per impedire che qualche tecnocrate del Nord Europa, talebano del Green, imponga il modo di vivere del suo Paese a tutta l’Unione, fregandosene delle differenze oggettive tra le Fiandre e il Salento, tra la frastagliata Zelanda e l’area metropolitana di Milano, tra la Turingia e l’Andalusia, tra la Lorena e l’Epiro. Quanto successo su auto elettriche e case green purtroppo insegna… Non si possono mettere in ginocchio famiglie e imprese, non si può ignorare la specificità culturale, geografica, antropologica delle singole regioni dei singoli Stati: fino a prova contraria, a Caronno Pertusella non ci sono mulini a vento…