Quanto vale il rapporto economico tra i nostri artigiani e l’ambito russo-ucraino interessato oggi dal conflitto? In sintesi, è questa una delle domande più pressanti per il nostro tessuto produttivo, che proviamo a scomporre in diversi aspetti.
Gli artigiani ucraini e russi a Milano e Monza Brianza – Sono 454 le ditte artigiane ucraine attive tra Milano e Monza-Brianza (132). Rappresentano il 7% delle imprese straniere artigiane costituite da titolari provenienti dal continente europeo presenti nelle nostre province di riferimento. Ed è anche l’unica comunità imprenditoriale in crescita, con un +2% rispetto al 2020. Oltre la metà (263) sono impegnate nell’edilizia, nei servizi di pulizia (57) ma non mancano imprenditori attivi nel settore legno e mobili (23) e nei settore dell’ITC, Tessile e Trasporti con 15 imprese operative in ognuno di questi comparti. Sono invece 62 quelle russe (23 in MB), impegnate soprattutto nell’ambito dell’edilizia e dei servizi alla persona. Gli altri titolari di impresa russi si occupano di commercio internazionale, finanze e della consulenza.
Gli scambi di Milano e della Lombardia con la Russia e con l’Ucraina (dati terzo trimestre 2021) – Le attività di scambio globale (quindi commercio, industria e servizi) con Russia e Ucraina valgono 3,7 mld di Euro per la Lombardia e 1,7 mld Euro solo per Milano. A Mosca e Kiev vendiamo macchinari, moda, design e chimica. In dettaglio, gli scambi lombardi con la Russia valgono 2,9 mld di Euro, con il capoluogo che fattura ai russi 691 milioni di euro. Il business Lombardia-Ucraina stava crescendo al ritmo del 75 % annuo: fino ad oggi valeva 805 milioni di euro, con Milano che riusciva a piazzare ordini per ben 152 milioni di euro. È quanto emerge da una rilevazione dell’Ufficio Studi di Unione Artigiani Milano e Monza-Brianza basata sui dati del Registro Imprese e della Camera di Commercio di Milano-Lodi e Monza.
“Nell’esprimere solidarietà e vicinanza al popolo ucraino siamo purtroppo anche certi che l’intervento militare avrà gravi ripercussioni anche sull’artigianato: i prezzi impazziti di gas, energia e prodotti petroliferi, alluminio, farine alimentari e i ritardi ad oggi imprevedibili sulla loro consegna e integrità, rischiano di strangolare le nostre imprese. A tutto questo dobbiamo aggiungere lo stato di crisi di liquidità delle nostre imprese causato dalla fine delle moratorie con la ripresa dei pagamenti di finanziamenti e delle rate della cartelle esattoriali. A tutti gli artigiani stiamo suggerendo con urgenza tre strategie – spiega Marco Accornero, Segretario Generale di Unione Artigiani – Primo, rinegoziare prima possibile i finanziamenti, abbassando il tasso e riducendo le rate. Secondo, introducendo un controllo di gestione ferreo delle spese. In queste condizioni basta una bolletta dal valore fuori controllo e una spesa imprevista per trovarsi in grave difficoltà. Infine, suggeriamo di entrare subito in contatto con i consorzi per l’acquisto collettivo dell’energia per iniziare a rosicchiare qualche punto percentuale di sconto sui costi della bolletta”.