Il mercato del lavoro sta subendo una trasformazione profonda, guidata da grandi trend come digitalizzazione, globalizzazione, invecchiamento della popolazione, mismatch delle competenze, formazione continua, transizione verso un’economia verde. Cambiamenti che, accelerati dalla pandemia e dalle politiche di sostegno europeo come il NextGen EU, hanno implicazioni significative per lavoratori, per le imprese e i policy maker.
Assolombarda, in tal senso, ha presentato, oggi, una ricerca sulle professioni del futuro. Lo studio è stato condotto da Emilio Colombo, professore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, in collaborazione con il Centro Studi dell’Associazione. Oggetto di analisi sono gli Online Job Advertisements, ovvero le offerte postate sui siti web, che forniscono uno spaccato delle skill e delle competenze richieste per ogni occupazione. Il rapporto analizza il mercato del lavoro lombardo, focalizzandosi su intelligenza artificiale, lavoro a distanza e competenze green.
“Con questa ricerca abbiamo voluto fotografare l’evoluzione delle professioni legata all’adozione delle tecnologie digitali per evidenziare come lo sviluppo di programmi di upskilling e reskilling delle persone siano fondamentali per la competitività aziendale – ha dichiarato Monica Poggio, vicepresidente di Assolombarda per l’Università, Ricerca e Capitale umano -. Le imprese hanno di fronte a sé sfide senza precedenti e, come sistema Paese, siamo chiamati ad agire con una strategia di lungo periodo per consentire loro di governare il cambiamento in atto: penso, in particolare, alla gestione della twin transition e anche al conseguente adeguamento delle competenze. Assolombarda è consapevole di questo scenario e svolge un ruolo di facilitatrice per le imprese, supportandole nella formazione delle proprie risorse e facendo “da ponte” con il sistema educativo per la costruzione delle competenze del futuro”.
Dal 2013 al 2023, il numero di annunci di lavoro online (OJA) in Lombardia è cresciuto significativamente, evidenziando una notevole dinamicità del mercato del lavoro, con quasi 800 mila annunci nel 2023. Nonostante lo shock pandemico abbia in qualche modo congelato alcune tipologie di richieste, la Lombardia ha mostrato una rapida ripresa rispetto al resto d’Italia. Le OJA evidenziano una predominanza di professioni altamente qualificate, specialmente a Milano, mentre nelle province di Pavia, Lodi e Monza prevalgono le professioni tecniche.
Tra il 2019 e il 2023 si nota una crescita delle professioni a minore qualifica, segnale di una progressiva polarizzazione del mercato del lavoro. Mediamente il 40% degli annunci si riferisce a occupazioni, prevalentemente High Skill, caratterizzate da un elevato grado di esposizione alla AI. Il 36% degli annunci si riferisce invece e professioni prevalentemente low skill, e a occupazioni meno esposte alla AI.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE – L’intelligenza artificiale sta rapidamente trasformando il mercato del lavoro, ridefinendo settori, ruoli e la natura del lavoro stesso. L’AI automatizza compiti ripetitivi e standardizzati, sostituendo lavori nei settori della produzione, logistica e servizi. Tuttavia, l’AI crea anche nuove opportunità lavorative, aumentando la domanda di competenze specializzate come data scientist e ingegneri di machine learning. L’AI non solo diventa parte integrante del lavoro, ma ridefinisce le competenze richieste: in particolare richiede competenze tecniche avanzate e abilità umane non replicabili come creatività e pensiero critico. L’impatto sul mercato del lavoro nella provincia di Milano può essere rilevante: secondo l’analisi degli Online Job Advertisements (OJA), infatti, le professioni più ricercate sono quelle altamente qualificate, soprattutto intellettuali e scientifiche. Ovvero, secondo studi recenti, le più esposte all’AI.
LAVORO A DISTANZA – Il mercato del lavoro post-pandemico è caratterizzato dalla crescente diffusione del lavoro a distanza, che ridefinisce l’organizzazione aziendale e le interazioni sociali. La produttività derivante dal lavoro remoto varia tra aumenti e cali, influenzati dalla qualità delle infrastrutture tecnologiche e delle pratiche aziendali. Studi OECD indicano un livello ottimale di lavoro da remoto di 2-3 giorni a settimana, bilanciando benefici e costi. Tuttavia, il modello “ibrido” richiede coordinamento e investimenti in competenze trasversali e tecnologiche. Questa tendenza si scontra con l’importanza crescente delle soft skills, evidenziando la necessità di adattare le competenze al lavoro remoto e all’integrazione dell’AI. Misurando l’impatto del lavoro remoto e delle interazioni sociali, emerge una correlazione positiva tra la remotizzazione e l’intensità delle relazioni interpersonali, che richiede la trasformazione delle competenze nel mercato del lavoro.
COMPETENZE GREEN – Il mercato del lavoro lombardo post-pandemico si caratterizza anche per la crescente attenzione delle occupazioni green, in linea con gli obiettivi della transizione verde dell’UE. Tradizionalmente, i green jobs vengono identificati basandosi sulle caratteristiche della professione, ma lo studio dell’Università Cattolica utilizza un approccio che va ad analizzare le offerte di lavoro direttamente per la presenza di green skills. Questo approccio offre una prospettiva più dettagliata sulla richiesta effettiva di competenze green nel mercato del lavoro. I dati mostrano una bassa incidenza delle OJA green, indicando che il mercato potrebbe non considerare ancora cruciali alcune competenze green specifiche. L’incidenza degli annunci mostra infatti un dato molto basso, intorno al 2% in media, con punte del 4-5% solo nelle professioni dirigenziali. Le competenze green più richieste tendono ad essere generiche, ricadendo semplicemente sotto il cappello “sostenibilità”, spesso associate a ruoli direttivi e manageriali. Questi risultati possono dipendere dalla presenza di competenze implicite in molte professioni green, ma è innegabile il livello ancora limitato di consapevolezza e richiesta specifica di competenze green nei processi di assunzione.
L’analisi evidenzia altresì un aumento significativo delle nuove competenze, principalmente di natura sociale e comunicativa, sottolineando l’importanza delle skill trasversali. Se le competenze pratico-manuali sono più comuni nelle professioni a medio-bassa qualifica, le competenze digitali sono richieste in tutti i gruppi professionali e solo il livello – avanzato o di base – differenzia le professioni più qualificate dalle meno qualificate. In generale, le determinanti del cambiamento sono le skill digitali nelle professioni qualificate, le skill sociali nelle professioni intermedie e le skill manuali nelle professioni tecniche a bassa qualifica.