domenica, Novembre 24, 2024
Crescono le imprese nel welfare: +58% in dieci anni

Crescono le imprese nei settori del welfare, 12 mila in Lombardia, +3% in un anno e + 58% in dieci anni su 70 mila in Italia, + 3% in un anno e + 43% in dieci anni. In aumento anche gli addetti, 191 mila in regione, +4% in un anno e + 23% in cinque anni su 832 mila in Italia, +45 e +27%. I primi settori sono: istruzione, con 5 mila imprese in regione su 28 mila in Italia, assistenza sanitaria con 4 mila imprese su 20 mila, assistenza sociale residenziale con 810 su 6 mila, assistenza sociale non residenziale con 2 mila imprese su 12 mila, attività di organizzazioni associative con 671 imprese su 3 mila. Forte il peso delle donne con circa un terzo, il 35% del settore in Italia e il 30% in Lombardia. I giovani pesano il 6% delle imprese italiane e il 5% regionale e gli stranieri il 4% regionale e lombardo.

Ha dichiarato Marzia Maiorano presidente del Comitato Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi: “Le donne sono centrali in questi settori dedicati al welfare e al non profit. Con il Comitato dedicato alle donne imprenditrici, abbiamo un punto di riferimento finalizzato a promuovere conoscenza e azioni a vantaggio dell’imprenditoria femminile, con un monitoraggio sui dati, la creazione di nuovi contatti e lo sviluppo di sinergie positive. L’impresa rappresenta per le donne del nostro territorio sempre di più una opportunità concreta di sviluppo e affermazione delle proprie capacità, come dimostra la crescita in alcuni settori in particolare, insieme a un contributo indispensabile per la nostra economia. Occorre partire dai settori in cui le donne sono la maggioranza per una rapida diffusione in quelli tecnologici e innovativi, dove può essere maggiore il contributo a vantaggio della crescita economica”.

Prime province in Lombardia per imprese – Prima Milano con 4.942 imprese (+3,5% in un anno e +51% in dieci anni) e 74 mila addetti (+5% e +28%), poi Brescia (1.419, +3% e +69% con 24 mila addetti, +3% e +11%), Bergamo e Varese (entrambe circa mille imprese, +50% in dieci anni e rispettivamente 24 mila e 14 mila addetti) e Monza (980 e 12 mila addetti, +3% e +58%). A Lodi ci sono 194 imprese e 3 mila addetti, + 49% in dieci anni.
Prime province in Italia per imprese. Prima Roma con 6.229 imprese e 87 mila addetti (+3,9% in un anno e +37% in dieci anni), poi Milano (4.942 imprese, +3,5% e +51% con 74 mila addetti), Napoli (3.898 imprese, +13% in dieci anni con 31 mila addetti), Torino (2.832, +52% con 35 mila addetti).

Non solo imprese, focus sulle istituzioni non profit in Lombardia – Secondo un’elaborazione del servizio studi della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi sui dati ISTAT, parliamo di oltre 340mila istituzioni non profit, di cui quasi 55mila si trovano in Lombardia, regione che detiene il 16% del settore, ovvero la presenza più consistente tra le regioni italiane. In 5 anni si registra una forte crescita del numero di istituzioni in tutte le regioni, seppure con valori più elevati in Lombardia, dove crescono del 19,2% (+14% in Italia). In cinque anni aumenta significativamente anche il personale retribuito, questa volta più in Italia (+19,4%) rispetto alla Lombardia (+9,3%), che impiega 181.143 addetti nel 2016. Il non profit regionale tuttavia (così come quello nazionale) si basa prevalentemente sui lavoratori volontari, piuttosto che retribuiti. Quello dei volontari è un esercito che raccoglie oltre 5,5 milioni di persone in Italia, di cui un milione solo in Lombardia; valori saliti di 24,1 punti percentuali per la Lombardia e 16,2 per l’Italia. In questo mondo variegato, possiamo osservare che in Lombardia la forma giuridica nettamente più diffusa è quella dell’associazione, che costituisce l’83,7% del totale, cui seguono a lunga distanza le cooperative sociali e le fondazioni (entrambe al 3,9%). Il maggior numero di istituzioni opera nel settore cultura, sport e ricreazione, che da solo pesa per più della metà del totale con il 63,2% (64,3% in Italia), ma occupa solo il 5,1% di addetti (6,3% in Italia). Più in generale, si tratta di istituzioni che hanno (non solo nella regione, ma anche su tutto il territorio nazionale) un orientamento prevalentemente solidaristico (sono dunque votate al benessere della collettività), piuttosto che mutualistico (quindi rivolte ai soli associati).

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