domenica, Novembre 24, 2024
Da Pioltello all’Iran, un concerto per dire NO alla violenza di genere

Da un anno, è il grido di protesta delle iraniane contro l’oppressione del regime. Lo slogan “Donna Vita Libertà” (“Jin Jiyan Azadî”) dà anche il titolo allo spettacolo scelto dall’Assessorato alle Pari Opportunità di Pioltello per la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne (25 novembre). Nella sala consiliare del municipio, venerdì 24 novembre alle 21, il musicista iraniano Amir Heshmati porterà sul palco sette canzoni, scritte da lui, accompagnato da altri sette musicisti e una ballerina, in una performance-concerto di poesia, musica e danza.

I suoi testi, struggenti e ispirati a figure di donne, rappresentano un omaggio al movimento di protesta scaturito dalla morte, il 16 settembre 2022, di Mahsa Amini, giovane di origine curda, deceduta in seguito alle percosse ricevute per non aver indossato correttamente il velo (hijab). Le poesie saranno video proiettate durante l’esecuzione musicale, accompagnata dalle coreografie di una ballerina iraniana.

Heshmati, fondatore del gruppo “Irami”, ha studiato Musica presso il conservatorio di Teheran e ha lasciato l’Iran a 23 anni per studiare Composizione e Musicologia al conservatorio di Milano e all’Università Statale. In Italia dal 2013, l’artista sta attualmente lavorando al nuovo album “In Nome della Donna”, anch’esso dedicato al movimento di protesta che ha ormai investito tutto il suo Paese e che, prendendo spunto dal tema delle restrizioni verso il genere femminile, ora chiede una maggiore libertà per tutti, donne e uomini compresi – ormai uniti nelle proteste. Heshtami stesso ha già organizzato diversi concerti in solidarietà delle donne iraniane, e afghane, a cui si aggiunge ora l’evento pioltellese.

La scelta di un evento di respiro internazionale per ricordare la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne non è stata casuale. «Bisogna cominciare a pensare alla parità e alla violenza di genere in termini globali – ha detto Jessica D’Adamo, assessora alle Pari opportunità – La violenza contro le donne è come un cancro da curare: ma se ne curiamo solo un pezzetto, invece di trovare un’unica terapia che funzioni, non risolveremo mai il problema. Per questo serve una riflessione collettiva, che travalichi i confini: bisogna fare di più, aprire un vero dialogo tra forze femminili di Paesi diversi, sforzarsi per cercare insieme una soluzione, affinché le buone intenzioni condivise in documenti come la convenzione di Istanbul non siano solo parole al vento, ma si traducano in azioni concrete».

E sulla scelta di una serata dedicata proprio all’Iran, l’assessora D’Adamo aggiunge: «Mi sembrava doveroso rivolgere un pensiero alle donne iraniane che, nonostante tutto quello che hanno passato e la mancanza di libertà personali che continuano a subire, hanno trovato la forza per ribellarsi – una forza che dovrebbe ispirarci e incoraggiarci, ancora di più, a dare una risposta alle nostre, di criticità – sostiene D’Adamo – E anche spingerci a essere più solidali nei confronti l’una dell’altra, e gli uni degli altri, perché la parità di genere non ha ripercussioni negative solo sulle donne, ma riguarda tutti da vicino. La mancanza di solidarietà e l’indifferenza alimentano la violenza di genere, che nonostante sia presente anche nella nostra, di realtà, purtroppo riesce ugualmente a passare inosservata. È necessaria una vera presa di coscienza da parte della società, uomini compresi, del fatto che si tratta di un fenomeno innanzitutto culturale, e che cambierà se cambia la nostra mentalità, passando anche dall’educazione».

«Ciò che sta vivendo l’Iran in questi ultimi anni è una vera rivoluzione culturale che parte dal basso – dichiara la sindaca, Ivonne Cosciotti – è incredibile vedere le ragazze disposte anche a morire pur di riappropriarsi della propria indipendenza e libertà, e vedere scendere in piazza con loro anche fratelli, mariti, ragazzi per sostenerle e fare proprie le loro istanze. Nel nostro piccolo, abbiamo voluto portare a Pioltello un pezzo di questo coraggio, fornire uno sguardo più ampio su ciò che avviene nel mondo, una testimonianza che sia di esempio anche per noi».

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