domenica, Novembre 24, 2024
Dai rifiuti della Lombardia si può ricavare subito biometano per alimentare 200mila auto per un anno intero

70milioni di metri cubi di biometano, capaci di alimentare 200mila auto per 11mila km all’anno ciascuna, reperibili letteralmente a Km0, grazie ai soli rifiuti umidi (la FORSU) e ai fanghi provenienti dalla depurazione delle acque. È questa la miniera di cui dispone la Lombardia, grazie ai 65 impianti per il compostaggio, la digestione anaerobica e aerobica già presenti, e che potrebbe addirittura fruttare oltre 150milioni di metri cubi semplicemente incrementando la raccolta differenziata. Una prospettiva importante sulla strada del miglioramento del mix energetico dell’Italia, in vista dei traguardi posti dalla transizione energetica in atto ma anche dagli ostacoli posti dall’attuale situazione internazionale.

A disegnare lo scenario è Gruppo CAP, gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, una delle più importanti aziende pubbliche del settore, da sempre all’avanguardia sul fronte dell’innovazione tecnologica e dell’economia circolare, che ha aggiornato le stime e le proiezioni fornite da un documento commissionato a Kyoto Club nel 2020, aggiornandolo con i numeri di oggi.

“La transizione energetica è una sfida che dobbiamo affrontare da subito pensando alle nuove generazioni, e le aziende pubbliche devono essere mettere in campo tutto il loro know-how e il loro potenziale industriale, spiega Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP. Dico sempre che la transizione non si può fare senza fare impianti nuovi, e l’economia circolare comincia sfruttando adeguatamente tutto quanto già esiste. Il nostro impegno nel recupero di materie prime seconde, dell’innovazione tecnologica testimonia la volontà di lavorare oggi per costruire il mondo di domani”.

Entro la fine del 2022, infatti, Gruppo CAP è in grado di produrre, sfruttando esclusivamente i propri impianti già esistenti nel territorio sul quale opera, oltre 10 milioni di metri cubi di biogas, da cui ricavare 5milioni di metri cubi di biometano in grado di fornire 51milioni di kwh all’anno, bastanti per alimentare 15.500 automobili per oltre 172milioni di chilometri, più della distanza dalla Terra al Sole. Inoltre, estendendo il trattamento della FORSU anche agli impianti di Pero e Cassano, si potrebbe arrivare a produrre 24milioni di metri cubi di biogas, pari a oltre 13,5milioni di metri cubi di biometano, in grado di fornire 123milioni di kWh all’anno, e bastanti per far viaggiare 41mila auto per 320milioni di chilometri. Energia totalmente green, perché derivante dal trattamento dei fanghi da depurazione, oltre 90mila tonnellate prodotte ogni anno negli impianti di CAP.

Ma si tratta solo del punto di partenza: secondo i calcoli effettuati dai tecnici di CAP, la Città metropolitana di Milano potrebbe recuperare 40milioni di metri cubi di biogas, dai quali si trarrebbero 24milioni di metri cubi di biometano, mentre considerando l’intero territorio lombardo si potrebbero produrre 112.659.000 metri cubi di biogas da cui trarre 67.595.400 metri cubi di biometano, quelli che servono ad alimentare un parco di 204mila auto per una media di 10.000 km ciascuna. Cosa significa in termini di energia? Quasi 600 milioni di kWh all’anno. “Sono numeri importanti, che potrebbero anche aumentare efficientando la raccolta differenziata della FORSU, aggiunge Andrea Lanuzza, direttore generale di Gruppo CAP. La Regione Veneto, per esempio, oggi ne raccoglie 110kg all’anno pro capite, un dato leggermente superiore alla Lombardia. “Quota 110” consentirebbe di incrementare la produzione lombarda di biogas da rifiuti fino a oltre 156milioni di metri cubi, pari a quadi 100milioni di metri cubi di biometano. In questo caso, i km percorribili prima di consumarlo tutto sarebbero 2.210.118.756, oppure ci si potrebbero alimentare oltre 283mila automobili”.

In Regione Lombardia sono presenti 65 impianti per il compostaggio dei rifiuti, dei quali 11 si trovano nella Città metropolitana di Milano, e 7 impianti di digestione anaerobica e 7 impianti per il trattamento integrato anaerobico/aerobico. Il biometano (e il biogas in generale) è una fonte rinnovabile programmabile e quindi, a differenza degli impianti solari ed eolici, un impianto a biometano può essere “acceso” quando vi è necessità, per compensare, per esempio, le fluttuazioni dovute all’aleatorietà delle altre fonti rinnovabili. Infine, è possibile sfruttare le infrastrutture di trasporto e stoccaggio esistenti, minimizzando il sostenimento di ulteriori costi infrastrutturali per la trasmissione e lo stoccaggio di energia elettrica che il prevalere di fonti rinnovabili non programmabili inevitabilmente richiede.

Gruppo CAP gestisce 5 impianti per la valorizzazione energetica del biogas da fanghi da depurazione (Bresso, Pero, Peschiera, Robecco e Sesto San Giovanni) e gestirà con la Biopiattaforma di Sesto 1 impianto per il trattamento della FORSU. In particolare, la Biopiattaforma, è un esempio di innovazione tecnologica e di compatibilità ambientale: vero esempio di simbiosi industriale, unisce infatti depuratore e termovalorizzatore in un’unica entità a zero emissioni di CO2.

Tags: , , ,

0 Commenti

Lascia un commento

Leggi Metropolis

Ottobre 2024

Seguici:

INSTAGRAM

gruppo cap