Il sindaco Angelo Stucchi e altri sette primi cittadini dell’area milanese hanno firmato, nel pomeriggio di lunedì 17 settembre alla presenza del prefetto Luciana Lamorgese, il protocollo d’intesa “Progetto Controllo di Vicinato”. Grazie all’approvazione del documento da parte della giunta lo scorso 25 luglio, Gorgonzola – insieme a Cerro Maggiore, Magnago, Mediglia, Paderno Dugnano, Pozzo d’Adda, San Donato Milanese e San Giuliano Milanese – è andata così ad aggiungersi alla quarantina di Comuni che avevano sottoscritto il documento lo scorso 12 luglio. «Il prefetto – ha spiegato Stucchi – ha evidenziato che il numero dei crimini nei nostri territori è diminuito ma è aumentata la percezione dell’insicurezza. Dovendo tutelare i cittadini in un diritto fondamentale quale è la sicurezza, l’Amministrazione comunale ha voluto aderire al progetto di controllo del vicinato perché non va a sostituire il lavoro di presidio sul territorio svolto dalle forze dell’ordine ma gli si affianca in un’ottica di responsabilità civica».
Dopo le adesioni al progetto SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) e alle edizioni 2014 e 2016 di SMART (Servizio Monitoraggio Aree a Rischio del Territorio), promosse da Regione Lombardia per prevenire, individuare e reprimere illeciti amministrativi e penali in materia di sicurezza stradale, ambientale e urbana con presidi e controlli sovracomunali, prosegue da parte della Pubblica amministrazione gorgonzolese il relazionarsi con la Prefettura per investire sulle potenzialità del territorio. Si ricorda che il protocollo prevede che l’Amministrazione comunale, con il coinvolgimento della polizia locale, si impegnerà a promuovere la costituzione delle reti “Gruppi di controllo di vicinato”, con l’individuazione di uno o più coordinatori tra i cittadini delle aree interessate. I cittadini potranno svolgere un’attività di mera osservazione, segnalando agli agenti di polizia locale, attraverso i propri coordinatori, situazioni attinenti la sicurezza urbana e il degrado sociale. Non dovranno però assumere comportamenti incauti o imprudenti, che potrebbero determinare situazioni di pericolo per sé o per gli altri. È vietato l’utilizzo di uniformi, emblemi, simboli, o distintivi e denominazioni riconducibili a forze dell’ordine, ma anche a partiti o movimenti politici o sindacali. Escluse anche sponsorizzazioni private e qualsiasi iniziativa privata di pattugliamento del territorio.
«Ora – conclude il primo cittadino con delega a Polizia locale, Sicurezza e Protezione civile – si apre un percorso di accompagnamento dei cittadini, che si renderanno disponibili a svolgere questo servizio, agli incontri di formazione e informazione che la Prefettura di Milano svolgerà in accordo con le forze di polizia e le polizie locali secondo quanto stabilito dal Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica».