sabato, Novembre 23, 2024
Gruppo CAP punta sui fattori ESG per far crescere il territorio della Città Metropolitana

Uscire dalla crisi economica scatenata alla pandemia investendo sul territorio; contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici mettendo in atto strategie per mitigare i rischi territoriali a livello locale; adottare strategie green e carbon neutral per abbattere le emissioni inquinanti: Gruppo CAP, gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, punta sui fattori ESG (environment, social, governance), per affrontare le sfide del presente e far crescere il territorio su cui opera. “Ripresa economica e sostenibilità non sono fattori contrapposti, ma complementari, commenta Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP. Oggi si tratta di capire che il ruolo di aziende pubbliche come CAP è quello di fare ripartire l’economia rilanciando gli investimenti. E occorre farlo in modo strategico e trasparente. Non c’è nessuna contrapposizione tra ripartenza e sostenibilità. Anzi. I nostri oltre 100 milioni di investimenti sono solo una piccola parte di quelli che servirebbero, ad esempio, per mettere in sicurezza idraulica il territorio. E si pone allora il tema dei fabbisogni finanziari, di come rendere possibile la crescita del territorio attirando capitali e investitori. Se è vero che dall’UE arriveranno importanti risorse, è altrettanto vero che la pubblica amministrazione deve dimostrarsi all’altezza nel progettare, realizzare e rendicontare con trasparenza. In questo, tempi rapidi, attenzione al territorio, dialogo con gli stakeholder e gli investitori, trasparenza e governance chiara, sono fondamentali”.

I fattori ESG sono nel DNA di un’azienda come Gruppo CAP. Lo dimostrano proprio i dati emersi dal Bilancio di Sostenibilità del 2019. Secondo la Dichiarazione di carattere non Finanziario (DNF) 2019, la monoutility lombarda ha realizzato 107 milioni di euro di investimenti in infrastrutture, 12 milioni in più rispetto al 2018 e un valore economico di oltre 277 milioni di euro distribuito agli stakeholder, un incremento del 7% rispetto all’anno precedente. Risultati raggiunti grazie alla strada tracciata dal Piano di Sostenibilità redatto nel 2019 che guida l’azienda nell’affrontare in modo efficace le sfide sociali, economiche e ambientali che si presenteranno nei prossimi anni. Nel definirsi un’azienda “Sensibile”, “Resiliente” e “Innovatrice”- questi i tre pilastri della strategia di sostenibilità di CAP- l’utility della Città metropolitana di Milano ha messo al centro del proprio piano industriale un vero e proprio green deal basato sul dialogo e la partecipazione degli stakeholder, sulla digitalizzazione e l’economia circolare. “Fare impresa non è pensabile senza una strategia integrale che tenga insieme tutti i fattori produttivi tra cui quelli ESG – continua Russo. Non possiamo considerare i fattori ESG come driver aggiuntivi a quelli tradizionali. Si tratta di cambiare punto di vista, adottando un approccio olistico. Il piano di sostenibilità è proprio questo: una strategia industriale che parte dall’analisi dei punti di forza e debolezza e dall’individuazione dei rischi e delle opportunità dell’azienda, e identifica le principali sfide di industria sostenibile a partire dai principali trend sociali, economici e ambientali in un orizzonte di lungo periodo”.

Dopo l’irruzione della pandemia dovuta al Coronavirus, la sostenibilità, sotto forma di massicci investimenti in chiave green, è indicata da molti come la strada maestra per superare gli enormi impatti economici negativi innescati dalla diffusione del virus. Per un’azienda come CAP, fortemente connessa con il suo territorio, parlare di ripresa significa far ripartire i cantieri, fare investimenti su tecnologie e impianti, spingere su ricerca e innovazione. Fare tutto questo significa lavorare sulle condizioni di possibilità e di sostenibilità dell’industria idrica nei prossimi decenni. E in questo, la rendicontazione non finanziaria è fondamentale: non si può costruire un piano industriale senza il territorio, senza che questo sia parte integrante della strategia di un’azienda. La DNF 2019, suddivisa in nove aree sulla base della strategia contenuta nel piano di sostenibilità, affronta in modo analitico tutti i temi ESG.

RESILIENTI – Prima azienda in Italia ad aver adottato il Water Safety Plan (WSP), Gruppo CAP nel 2019 ha esteso il Piano per la sicurezza dell’Acqua, arrivando a presidiare 8 nuovi sistemi acquedottistici (SAC) della Città metropolitana, cosa che ha permesso di razionalizzare i controlli da una parte indagando parametri sempre più specifici, e dall’altra aumentando il numero di prelievi, che sono stati ben 28.705, l’11% in più rispetto al 2018. Allo stesso tempo, è proseguita la campagna di sostituzione dei contatori obsoleti, che ha portato all’istallazione di 45.000 nuovi misuratori. L’attività di riduzione delle perdite idriche è al centro dell’attenzione del gestore del servizio idrico integrato che nel 2019 ha monitorato 2.240 km di rete acquedottistica, il 9% in più rispetto all’anno precedente, su un totale di 6.442 km di infrastruttura, consentendo l’individuazione di oltre 580 perdite occulte. La scelta di promuovere l’uso di acqua depurata per utilizzi non domestici da impiegare in particolar modo nel settore industriale e agricolo ha comportato un +34,32% di acqua riutilizzata, rispetto al volume totale di acqua trattata (oltre 100 milioni di metri cubi), e che raggiunge un +54%, rispetto all’anno precedente. Sempre in ambito ambientale, l’obiettivo prefissato da CAP per il 2033 è quello di incrementare del 60% l’acqua drenata nei territori gestiti. Il 2019 ha visto un investimento di oltre 10 milioni di euro per la mappatura e la modellizzazione della rete fognaria al fine poter gestire in maniera ottimale il rischio idrico e idrogeologico e un ulteriore investimento di 28,9 milioni di euro per aumentare la resilienza delle infrastrutture fognarie. Il progetto più importante avviato nel 2019 è quello di simbiosi industriale della Biopiattaforma di Sesto San Giovanni, che prevede la trasformazione del termovalorizzatore di Sesto San Giovanni e del depuratore adiacente in una Biopiattaforma dedicata all’economia circolare. Un impianto che sarà carbon neutral (a zero emissioni di CO2), e in grado di impiegare i fanghi di depurazione e la frazione umida dei rifiuti per produrre biometano, energia pulita ed eco-fertilizzanti. Nell’impianto di depurazione Bresso Gruppo CAP ha invece inaugurato il primo impianto italiano di biometano collegato alla rete SNAM, il cui biocombustibile viene destinato per lo più al settore degli autotrasporti. Grazie a una logica di produzione su scala industriale, nel 2019 l’azienda ha immesso in rete 325.339 Smc di biometano.

SENSIBILI – Per Gruppo CAP è prioritario essere più vicini possibile alle esigenze della comunità. Nel 2019 sono stati destinati al bonus idrico integrativo oltre 870mila euro a favore dei cittadini più deboli. Mentre ammonta a oltre 11 mila il numero delle bollette rateizzate per un valore complessivo di poco meno di 10 milioni di euro. A fianco dell’innovazione tecnologica e della ricerca, Gruppo CAP ha attivato da tempo progetti di sensibilizzazione rispetto al valore dell’acqua del rubinetto, con iniziative di edutainment nelle scuole o in ambito sportivo (Valori in Campo). L’obiettivo di CAP è più che ambizioso: triplicare il numero degli utenti CAP che dichiarano di bere solo, o quasi solo, acqua del rubinetto, fino a raggiungere il 70% degli utenti nel 2033. Nel 2019 sono stati coinvolti 7.462 studenti e 722 insegnanti in molteplici attività di educazione ambientale all’insegna di una cultura basata sull’uso consapevole dell’oro blu. Inoltre, CAP ha anche lanciato la campagna Fonte San Rubinetto, Fonte di Casa tua, diretta a tutti i consumatori e sviluppata attraverso un roadshow nei centri commerciali della Città metropolitana di Milano. In CAP il capitale umano rappresenta il pilastro fondamentale per la crescita e lo sviluppo sostenibile dell’azienda. Sono 868, tra donne e uomini le persone che si impegnano ogni giorno per garantire un servizio efficiente e attento, con un aumento del 3% rispetto al 2018. Un compito che necessita di un’attività di formazione del personale continua e trasversale: nel 2019 sono state 34.000 le ore totalizzate dedicate in particolar modo a sostenibilità e sicurezza, 48% in più rispetto al 2018, tema cui è stato dedicato il 39% di tutto il pacchetto formativo.

INNOVATORI – Sul fronte della governance, CAP mira a trasformare l’offerta ai clienti in un servizio integralmente digitale e personalizzato, con bollette online, contratti paperless gestibili a distanza, nuovo call center interattivo. Nel 2019 sono 48.391 gli utenti che hanno aderito alla bolletta online, il 32% in più rispetto all’anno precedente. Avere rete e impianti sempre più smart vuol dire puntare sull’innovazione dei processi produttivi. Il 2019 in CAP sarà ricordato per l’implementazione dei dispositivi di cybersecurity, installati sulla metà dei sensori e degli strumenti per il controllo da remoto, utilizzati per digitalizzare reti e impianti. Insieme all’innovazione tecnologica, la ricerca è l’altro motore dello sviluppo di una governance industriale del gestore lombardo. In questo senso, lo scambio di competenze e tecnologie diventa un tema strategico fondamentale per Gruppo CAP, che ha nel centro ricerche Salazzurra uno dei poli per la sperimentazione scientifica del settore più importanti e attivi. Da questa esperienza sono nati importanti progetti di simbiosi industriale sviluppatisi proprio nel 2019: dalla collaborazione con Danone che prevede l’utilizzo di scarti organici come gli yogurt scaduti, per alimentare gli impianti per la produzione di biogas alla collaborazione con FITT, multinazionale italiana attiva nel settore della produzione di tubazioni in PVC per l’attività di ricerca e testing sui materiali recuperati dai fanghi di depurazione. Insieme a Novamont invece, CAP si è occupata della valutazione sperimentale dell’utilizzo di cellulosa di scarto, recuperata dal refluo urbano. Il Gruppo ha anche avviato numerosi progetti di ricerca con Università, Enti di Ricerca, Fondazioni e altre realtà industriali, al fine di promuovere l’innovazione, nell’ambito della gestione del servizio idrico. Vale la pena di citare tra i tanti il progetto H2020 Digital Water City, coordinato dal Centro di Competenza sulle acque di Berlino (KWB – Kompetenzzentrum Wasser Berlin) e composto da 24 partner di 10 Paesi europei, che prevede la realizzazione di soluzioni digitali per affrontare aspetti del ciclo idrico integrato in 5 centri urbani: Parigi, Berlino, Copenaghen, Milano e Sofia. A Milano, la sede di sperimentazione è proprio il depuratore di Peschiera Borromeo di Gruppo CAP, che ha vinto un finanziamento di 5 milioni di euro da investire nella ricerca.

 

 

 

 

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