Una medaglia di valore inestimabile per chi rimane e per sancire per sempre il valore profondo del ricordo di due cernuschesi che hanno onorato la Nazione insieme a migliaia di Italiani durante uno dei periodo più bui della storia. Con una cerimonia raccolta nella sala consigliare del Comune di Cernusco sul Naviglio, il Sindaco Ermano Zacchetti a nome della Presidenza del Consiglio dei Ministri e su mandato del Prefetto di Milano, ha consegnato nel Giorno della Memoria due Medaglie d’Onore in ricordo di Mario Balconi e Adelchi Lanterna. L’alto riconoscimento ai due cernuschesi, entrambi deportati e internati nei campi di concentramento e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra, è stato consegnato nelle mani dei familiari, che hanno presentato al Comitato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri la richiesta dell’assegnazione della Medaglia d’Onore riservata ai cittadini italiani, militari e civili. Istanza accolta dal Comitato, che ha affidato alla Prefettura la consegna della Medaglia e che, a causa dell’emergenza sanitaria e vista l’impossibilità di svolgere la tradizionale cerimonia, ha affidato al Sindaco di Cernusco sul Naviglio, Ermanno Zacchetti, la consegna.
“E’ stato per me un onore e un momento di emozione toccante incontrare le famiglie dei nostri concittadini Mario Balconi e Adelchi Lanterna e consegnare nelle loro mani le Medaglie d’Onore concesse con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri – ha detto Zacchetti -. I nostri concittadini erano tra i soldati italiani catturati e deportati in Germania dopo l’8 settembre 1943. La consegna avrebbe dovuto tenersi in Prefettura ma per via della situazione epidemiologica, sono stati i Sindaci a presiedere, in forma ristretta, le cerimonie nei Municipi dove oggi risiedono i parenti più stretti. Dopo l’armistizio, centinaia di migliaia di nostri militari allo sbando e senza più alcun coordinamento o ordine, si rifiutarono di proseguire la guerra al fianco dei tedeschi, mettendo di fatto in atto i primi atti di resistenza: portati nei lager in Germania e Polonia, lì i nostri soldati persero lo status di prigionieri di guerra e diventarono IMI, ‘Internati Militari Italiani’, privi di ogni diritto e tutela, in balia dei nazisti che li consideravano traditori. Oltre quarantamila morirono per le dure condizioni di prigionia e di lavoro a cui furono sottoposti.Come mi hanno raccontato le loro famiglie oggi in Villa Greppi per il ritiro dell’onorificenza alla memoria dei loro cari, il cernuschese Mario Balconi era in servizio nella regia Marina e fu internato a Berlino; Adelchi Lanterna, militare dell’esercito di origini milanesi, a Dortmund. Entrambi riuscirono a tornare a casa alla fine della guerra, nel 1945, segnati da un’esperienza dolorosa nel fisico e nell’anima, come oggi i familiari mi hanno confermato. Il dovere al ricordo e alla memoria sta tutto nelle loro parole, ancora oggi a distanza di così tanti anni rotti dall’emozione: di fronte alla profondità del baratro che ha rappresentato per l’umanità quel pezzo di storia del secolo scorso, raccontare la drammatica storia delle persone che ne sono state trascinate nel fondo più buio è via maestra per non dimenticare”. Per celebrare il Giorno della Memoria, la Giunta ha poi voluto partecipare con un atto simbolico esponendo fuori da ogni ufficio assegnato agli assessori il ‘fazzoletto del deportato’ in segno di vicinanza e di ricordo.