Con la diffusione dei dati di dicembre sono disponibili le prime stime degli infortuni denunciati nel 2020, basate sulle anticipazioni mensili. L’epidemia da Covid-19 produce un evidente impatto sui trend: l’Inail tutela i contagi da Covid inquadrandoli, per l’aspetto statistico-assicurativo, nella categoria degli infortuni sul lavoro. Complessivamente gli infortuni denunciati per mille occupati sono 20,26, in aumento del +15,3% rispetto ai 17,56 del 2019; in controtendenza l’industria, dove l’indicatore invece scende del -44,7% (9,32 infortuni ogni mille occupati, dai 16,85 dell’anno precedente), in parte per effetto della chiusura di molte attività imposta nel secondo trimestre 2020 per contenere la diffusione dell’epidemia. In calo (-43,8%) anche gli infortuni in itinere (a 2,69 ogni mille occupati, dai 4,80 dell’anno precedente), come conseguenza delle limitazioni alla mobilità introdotte per contenere la diffusione del contagio. Questo è quanto emerge dal recente Booklet Economia pubblicato da Assolombarda, che raffronta l’andamento lombardo con quello del resto d’Europa.
Il peggioramento della curva dei contagi e l’intensificazione delle misure di contenimento a fine 2020 hanno inferto un nuovo, ma temporaneo, colpo al sistema produttivo. Nel complesso l’industria chiude l’annus horribilis dimostrando capacità di tenuta, al pari dei servizi alle imprese, mentre i servizi alla persona, i servizi legati al turismo, la ristorazione e il commercio al dettaglio continuano ad accusare anche a fine anno. In questo avvio 2021 l’incertezza sul quadro a breve termine non è dissipata.
In Lombardia la zona rossa a novembre ha pesato sull’attività produttiva maggiormente che in Italia, ma già a dicembre la dinamica regionale si riallinea alla media italiana e, soprattutto, al pre-Covid. Indicativo di questo sono i consumi di energia elettrica che in regione diminuiscono del -4% a novembre (-1,5% in Italia) e tornano positivi su base annua a dicembre (+1% circa in entrambi i territori).
Altro termometro del sistema economico è l’andamento della cassa integrazione. In Lombardia il ricorso all’ammortizzatore sociale, dopo il sostenuto rialzo di ottobre, torna a scendere a novembre e a dicembre (45 milioni di ore), mese in cui le ore autorizzate sono in linea con quelle di settembre. Anche a Milano e a Monza Brianza la CIG si riduce, ma i livelli di dicembre rimangono più elevati che a settembre. A Lodi il dato di dicembre è il mensile più contenuto dell’intero 2020, mentre a Pavia rimane sui livelli sostenuti di ottobre.
Nel complesso del 2020 le ore autorizzate rappresentato un ammontare eccezionalmente alto: 716 milioni in Lombardia (più del doppio rispetto al picco annuo del 2010), 247 milioni a Milano e 65 milioni a Monza (il quadruplo del 2010), 12 milioni a Lodi (il triplo del 2014), 20 milioni a Pavia (con un più contenuto +48% rispetto al 2009).
A inizio 2021 le prospettive a breve termine rimangono piuttosto caute sia per le imprese sia per le famiglie. Lato imprese, nel manifatturiero del Nord Ovest la discesa del clima di fiducia a gennaio si accompagna, infatti, ad attese sugli ordini e sulla produzione in netto peggioramento rispetto a dicembre, condizionando così il rafforzamento della risalita. Nei servizi, invece, l’andamento rimane molto diversificato tra settori, con sempre più penalizzati i servizi turistici rispetto ai servizi alle imprese. Lato consumatori, il clima di fiducia cede nel Nord-Ovest a gennaio, per effetto principale della contrazione delle componenti relative al clima economico e al clima futuro.
Nell’anno in corso il quadro previsivo per l’Italia, così come per la Lombardia, rimane pertanto fortemente condizionato dall’evoluzione dell’emergenza Covid, dalla tempistica del piano vaccinale e, al contempo, dalle misure di stimolo all’economia. Evidenziamo che i maggiori previsori hanno migliorato le attese sulla contrazione del 2020, ribassando però le proiezioni sul rimbalzo nel 2021. Per la Lombardia, secondo le stime più recenti formulate nel dicembre scorso, il calo del PIL nel 2020 è atteso da Prometeia al -9,7% (-9,1% la stima per l’Italia, -8,9% secondo la stima preliminare dell’Istat) e la ripresa parziale nel 2021 al +5,2% (+4,8% l’Italia).
Gli indicatori ad alta frequenza offrono poi ulteriori spunti di analisi sulla mobilità delle persone. A inizio 2021 si rileva una mobilità complessiva su livelli ‘normali’, ma ancora molto ridotta con riferimento agli spostamenti verso i luoghi di lavoro, anche per effetto dell’ampia diffusione dello smart working: -28% nella media lombarda a fine gennaio 2021 rispetto a prima della pandemia, così come Monza Brianza (-28%) e Lodi (-27%) ma anche Pavia (-23%), mentre a Milano il divario rispetto al pre Covid è più ampio (-35%). Nel Comune di Milano, rimane molto basso l’utilizzo della metropolitana (-70% in media a gennaio), a fronte di una ripartenza più marcata degli ingressi di autoveicoli in Area B e in area C (pur ancora inferiori rispetto a un anno fa, -10% e -27% circa nella seconda metà di gennaio 2021).
Inoltre, i dati ora disponibili permettono di fare un bilancio della demografia d’impresa nel 2020. La diminuzione delle iscrizioni al Registro delle imprese è netta in Lombardia: 48 mila nuove imprese iscritte nel 2020, -18% rispetto all’anno precedente, un deterioramento che colpisce soprattutto il terziario (in particolare, -35% i servizi di alloggio e ristorazione), ma anche l’industria (-28%), il commercio (-16%) e le costruzioni (-14%). Nel complesso, lo stock di imprese attive si riduce del -0,4% a 811 mila unità.
Infine, nel mercato creditizio aggiornato a settembre 2020 accelerano le erogazioni alle imprese. In Lombardia l’incremento complessivo dei prestiti è pari al +6,3% su base annua, a favore sia delle imprese con meno di 20 addetti (+4,1%) sia di quelle di maggiori dimensioni (+6,6%) e, a livello settoriale, interessa in modo consistente i servizi (+8,8%) e la manifattura (+7,2%), marginalmente le costruzioni (+0,2%).