domenica, Novembre 24, 2024
Mercato del lavoro lombardo in chiaro scuro: ancora dinamico, ma con squilibri tra competenze richieste e offerte

Il rallentamento economico sul finire del 2022 e in questa prima parte di 2023 (+0,6% le stime di crescita del PIL lombardo nell’anno corrente) si accompagnano a una complessiva tenuta del mercato del lavoro. Infatti, la presenza di una dinamica positiva in termini di occupazione, che come già commentato nel precedente Booklet ci attendiamo prosegua anche nel 2023, è confermata dai numeri delle assunzioni nei primi nove mesi del 2022. Tra gennaio e settembre 2022, la Lombardia registra 1.148.220 nuovi contratti, l’11% in più rispetto allo stesso periodo nel 2019 (maggiore che in Italia dove l’aumento è del +8%) e in espansione del +21% rispetto ai primi nove mesi del 2021.

A ulteriore testimonianza della fase favorevole del mercato del lavoro lombardo, la crescita dei contratti a tempo indeterminato avviene ad un ritmo superiore e pari al +29% (+28% in Italia), con una incidenza sul totale dei contratti del periodo che cresce al 23% (17% a livello nazionale). Al contempo, si registra un aumento anche nelle cessazioni totali, che, confrontate con il periodo di gennaio-settembre 2021, salgono del +27% in Lombardia (da 804.281 a 1.018.739), 4 punti percentuali in più rispetto all’incremento nazionale. All’interno delle cessazioni, crescono considerevolmente le dimissioni volontarie: +26% rispetto al 2021 e +36% rispetto al 2019. Le disaggregazioni disponibili su base nazionale permettono di rilevare che, coerentemente con la ripresa economica sperimentata nel corso del 2022, sono cresciute le ‘transizioni job to job’, ossia sono più brevi i tempi di rioccupazione, e gli spostamenti tra settori, evidenziando così un mercato del lavoro più dinamico e flessibile e che consegue una riallocazione più efficiente delle risorse. Si tratta di un fenomeno complesso, che si somma a squilibri consolidati tra domanda e offerta di lavoro in termini di ‘mismatch di competenze’: in Lombardia a febbraio 2023 quasi il 45% delle figure ricercate dalle imprese risulta di difficile reperimento, due terzi delle quali per mancanza di candidati.

Il quadro del mercato del lavoro è, in ogni caso, in divenire e da monitorare, anche in conseguenza al rallentamento economico recente: i dati più aggiornati sulla cassa integrazione evidenziano a gennaio 2023 una risalita delle ore autorizzate, che salgono a 6,8 milioni nel mese, recuperando buona parte del calo di dicembre scorso. L’aumento della cig in Lombardia appare in controtendenza rispetto ai benchmark nazionali: Piemonte ed Emilia-Romagna registrano un’ulteriore discesa mentre in Veneto il monteore autorizzato rimane pressoché invariato. Le province di Milano e Monza sono in linea con la dinamica regionale, registrando quindi un nuovo aumento, mentre Pavia e Lodi registrano un calo delle ore autorizzate.

La situazione di Milano – Seppur in consistente rallentamento rispetto al 2022, le previsioni per Milano indicano un proseguimento della fase espansiva e soprattutto una progressione che si conferma superiore alla media lombarda e a quella italiana: è infatti del +1% la crescita attesa per la provincia meneghina nel 2023 in termini di valore aggiunto. La città metropolitana di Milano anche nel recupero dopo lo shock pandemico ha registrato performance decisamente superiori rispetto al quadro regionale e nazionale, posizionandosi già a fine 2022 oltre i livelli pre-Covid di ben il +6,5%, quasi il doppio del +3,8% lombardo e ampiamente sopra il +0,9% italiano. Un dinamismo positivo caratterizza anche il mercato del lavoro milanese, che ha ampiamente recuperato le perdite causate dalla pandemia, contando quasi 18 mila occupati in più a fine 2022 rispetto al 2019, e che vede proiezioni di ulteriore crescita al +2,2% nell’anno corrente.

La situazione a Monza e in Brianza – La provincia di Monza e Brianza è riuscita a recuperare velocemente le forti perdite del 2020, raggiungendo già nel 2021 valori superiori a quelli pre-pandemia (+1,2%). Nonostante la crescita del +3,9% registrata nel 2022, secondo le stime di Prometeia il complesso dell’economia monzese nel 2023 sarà interessata da un lieve calo nel valore aggiunto pari a -0,3%. Per quanto concerne il mercato del lavoro, dopo l’aumento del +2% nel 2022, il numero di occupati è atteso stabile nel corso dell’anno corrente.

Lodi e Pavia – Lodi si rivela essere una delle provincie più dinamiche in termini di espansione economica: il rimbalzo del +7,9% nel 2021 ha permesso un recupero totale del divario con i livelli pre-Covid e ha aperto la strada ad una crescita che ha proseguito anche nel 2022 (+3,7%, seconda solo a Milano). A fine 2022, così, il valore aggiunto del territorio si posiziona sopra al livello pre-pandemia del +4%. Per l’anno in corso si stima un rallentamento della crescita al +0,4%, leggermente al di sotto del +0,6% atteso per il totale regionale. Infine, la situazione del mercato del lavoro nel lodigiano si conferma positiva anche nel 2022, con un +2,8% annuo in termini di occupati; a questo si aggiungono attese di ulteriore e consistente crescita, del 2%, nell’anno in corso.

Nel 2022 Pavia ha finalmente recuperato i livelli di Pil pre pandemia, con un valore aggiunto della provincia a fine anno sopra dell’+1,6% rispetto al 2019. La ripartenza più lenta ha certamente anche risentito del fatto che la flessione è stata particolarmente brusca nell’anno della pandemia (-8,9%) e che i settori di vocazione hanno faticato nel recupero. Le stime di crescita per il 2023 sono contenute (+0,3%), ma all’interno di un quadro generalizzato di rallentamento (+0,4% Italia, +0,6% Lombardia). Nel 2022, inoltre, è tornata a scendere l’occupazione provinciale, con un calo del -1% annuo, mentre per il 2023 le previsioni sono di un ritorno alla crescita, sebbene modesta e pari al +0,2%. Fonte della ricerca: www.genioeimpresa.it

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