Nel suo percorso verso una sostenibilità ambientale e sociale emergono miglioramenti nelle infrastrutture tecnologiche e digitali, nella mobilità elettrica e in sharing e nell’efficienza energetica. Milano tiene così il passo delle città benchmark europee, registrando primati in alcuni ambiti (come nel caso della raccolta differenziata) ma progredendo più faticosamente in altri (come nel caso della qualità dell’aria).
L’edizione 2024 del Booklet Smart City, realizzata da Assolombarda e EY, confronta la “smartness” di Milano con altre cinque città europee, Barcellona, Parigi, Amsterdam, Berlino e Monaco, attraverso 113 indicatori che monitorano le infrastrutture digitali, la sostenibilità ambientale e i servizi digitali e smart della città. Questa edizione si arricchisce con la presentazione di alcuni casi d’uso e iniziative smart city nei tre ambiti considerati, con un focus speciale sui dati e sull’Intelligenza Artificiale e con il contributo delle imprese della Milano Smart City Alliance, la loro visione sul ruolo dei dati nelle iniziative smart city e i loro progetti.
In base allo studio, Milano emerge come “top performer” per capillarità del wi-fi pubblico, con 651 hotspot attivi nel 2024, il livello più alto se rapportato al numero di abitanti tra le sei città europee. Evidenti i miglioramenti anche nella performance della rete fissa, con aumenti del 38% e dell’11% nelle velocità di download e upload rispetto al 2023, che posizionano Milano al terzo e al secondo posto rispettivamente. Anche per la rete mobile, velocità di download (+62%) e upload (+23%) sono in netta crescita, ma Milano insegue ancora posizionandosi al quinto e terzo posto rispettivamente.
Nell’ambito della sostenibilità ambientale, il capoluogo lombardo presenta luci e ombre. Tra i punti di forza si confermano la raccolta differenziata e la mobilità. Stando ai dati più recenti, Milano è ancora al primo posto per percentuale di rifiuti conferiti a riciclo, pari al 62,1% nel 2022, una misura tre volte superiore a quella di Parigi. Prosegue anche il cammino verso una mobilità sostenibile, con la quota di veicoli a basse emissioni in aumento (dal 12,6% al 15,3%, inferiore solo al 15,5% di Monaco), con il primato per le bici in sharing (quasi 18 mila) e con un prolungamento di 14km delle piste ciclabili.
Ci sono poi indicatori in cui Milano registra crescenti investimenti, sebbene non si posizioni ai primi posti tra le città benchmark: è in particolare il caso delle colonnine per le auto elettriche, che oggi forniscono quasi 2 mila punti di ricarica per milione di abitanti e sono finalmente in forte aumento rispetto all’anno precedente, come confermato anche dai dati 2023 della potenza installata, in cui Milano, con 19 mila kW per milione di abitanti, sorpassa per la prima volta Barcellona e Berlino.
Dall’ambito della sostenibilità ambientale arrivano però anche i segnali più negativi per Milano, nello specifico per la qualità dell’aria. Il dato non ci sorprende data la geografia della pianura padana, ma ci sprona al miglioramento. I dati definitivi 2022 pubblicati dalla European Environment Agency vedono Milano prima tra i benchmark per livello medio annuo di concentrazione del materiale particolato sospeso (PM2,5 e PM10, rispettivamente 22,5 e 32,3 μg/m3 e in peggioramento sul 2021) nonché dell’anidride solforosa (SO2, 2,9 μg/m3) e del biossido di azoto (NO2, 34,2 μg/m3), e seconda dopo Barcellona per l’ozono (O3, 50,6 μg/m3).
Lo stesso posizionamento è rispecchiato dal numero di giorni in cui sono state superate le soglie definite dall’OMS: emerge in particolare una criticità nei livelli di PM10, la cui soglia giornaliera nel 2022 è stata superata 76 volte nel capoluogo lombardo contro un totale di 37 giorni sopra soglia in tutte le altre città benchmark. Si notano tuttavia dei miglioramenti, nei dati dell’NO2, le cui concentrazioni a Milano, seppur elevate, sono in calo, indicando un impatto positivo del graduale rinnovo del parco auto circolante, che vede diffondersi le vetture a bassa emissione di ossidi di azoto.
Dal dialogo con le imprese della Milano Smart City Alliance sono emerse le grandi opportunità associate all’utilizzo dei dati in ambito urbano per affrontare alcune delle sfide più urgenti per le città globali, come la sostenibilità ambientale, la mobilità e la sicurezza. In questo contesto, è auspicabile che le Pubbliche Amministrazioni stimolino la condivisione dei dati in ambito urbano in modalità Open, con un duplice fine, di aumentare trasparenza e di generare valore, trasformandoli in insight e accelerando la nascita di casi d’uso e nuovi servizi, a cui possono contribuire sia i privati (mondo imprenditoriale) sia la ricerca (mondo accademico).
Allo stesso tempo, sono evidenti alcune barriere che ancora ostacolano questi progetti, con riferimento particolare al rapporto tra pubblico e privato e alla governance: deve essere definito un sistema di incentivi e obiettivi affinché i dati siano raccolti, condivisi e analizzati in maniera efficace.
“L’elemento più interessante – spiega Gioia Ghezzi, vicepresidente di Assolombarda con delega a Infrastrutture, Mobilità e Smart City e Presidente della Milano Smart City Alliance – è che gli attori della città di Milano, Istituzioni ed imprese, hanno ben compreso l’importanza della condivisione dei dati per poter utilizzare AI in maniera predittiva nel gestire la città creando piattaforme per l’analisi di Big e Open Data. Le informazioni condivise dal settore privato, infatti, costituiscono, un patrimonio utile alla costruzione di nuove politiche pubbliche e alla prevenzione e gestione predittiva della città. Una governance chiara sul loro utilizzo è la premessa affinché questo sforzo sia sempre più ottimizzato e tradotto in servizi utili alla città”.