Il Molino Vecchio, dichiarato bene monumentale, versa in gravi condizioni strutturali e ormai un intervento tempestivo è fondamentale per non perdere un bene storico tanto a cuore alla città. “L’immobile di Molino Vecchio – racconta l’ass.ra all’edilizia pubblica e privata Castelli – è stato individuato quale simbolo della storia locale legata alla vita rurale e artigianale della tradizione agricola contadina oltre che della capacità degli abitanti del tempo di sfruttamento delle acque a fini produttivi. Con il suo recupero si vorrebbe perseguire la finalità di promozione culturale e turistica del luogo legata anche all’ambito del Naviglio Martesana.”
Ma qual è la storia di questo bene? Le ricerche storiche dell’origine del Molino fanno risalire questo edificio ai tempi di Ludovico il Moro e gli studi hanno ulteriormente sostanziato la natura storica dell’immobile. Il fabbricato è divenuto di proprietà pubblica con atto di compravendita al Comune il 31 marzo del 2005. Tra il 2008 e il 2010 sono intercorse una serie di comunicazioni tra il Comune di Gorgonzola e la Sovraintendenza per i Beni architettonici e paesistici di Milano a seguito di segnalazioni di terzi di ipotesi di demolizione del Molino alla quale hanno fatto seguito verifiche di interesse del bene come bene culturale e paesaggistico. L’immobile, che in precedenza era solo supposto di valore storico e testimoniale, viene vincolato (ex art. 12 del DL 42 del 2004) il 28 luglio del 2009; le pertinenze e l’edificio residenziale confinante invece sono stati esclusi dal vincolo e tuttavia la Sovrintendenza raccomanda in varie comunicazioni che si sono succedute in quegli anni affinché non si prevedano interventi costruttivi in ambiti che alterino il contesto e compromettano il valore del bene. Il 25 ottobre 2010 avviene, da parte del Comune, la trasmissione alla Sovrintendenza del progetto definitivo per il restauro del Molino Vecchio. Al 1° agosto 2012 la Sovrintendenza sollecita ad intervenire con opere provvisionali al fine di scongiurare il degrado in atto dell’edificio. Il 10 di agosto 2012 il Comune trasmette alla sovrintendenza gli elaborati del progetto definitivo di restauro del Molino in parziale variante al progetto previsto nel 2010. La Sovrintendenza autorizza il progetto con delle prescrizioni da attuarsi in fase di inizio dei lavori.
Nel 2013, a seguito di ulteriori segnalazioni di terzi, la Sovrintendenza sollecita l’Amministrazione pubblica alla realizzazione di opere provvisionali al fine di scongiurare crolli; crolli che, a partire dal 2010, si sono succeduti con una certa rapidità. Nel 2013 il Comune affida allo studio MTS Progetti l’elaborazione di un progetto di messa in sicurezza del Molino visti i lunghi tempi di attuazione del progetto presentato a causa dell’elevato costo e della non disponibilità finanziaria. Di fatto di quelle opere previsionali viene realizzata solo una recinzione perimetrale mentre nella relazione stessa del progettista, che protocolla in modo informale il progetto di messa in sicurezza, emerge la necessità di interventi più sostanziali e che un semplice intervento previsto, anche di scarsa incidenza economica, non avrebbe un reale effetto sulla conservazione del bene.
Poi i 15 anni trascorsi dall’acquisizione dell’immobile da parte dell’Amministrazione comunale durante i quali, come racconta l’ass.ra Castelli “sono state percorse ipotesi di intervento con progetti come quello dello studio Azulejo del professor Iadicicco Spignese pervenendo a una progettazione esecutiva approvata con delibera della giunta il 4 di luglio del 2012 per un importo stimato superiore a 1 milione di euro. Il finanziamento previsto doveva derivare principalmente dalla cessione della porzione meridionale dell’immobile che veniva destinato ad un intervento di tipo residenziale e poi nel tempo l’Amministrazione ha fatto riferimento a fondi relativi al 2° bando dell’asse Expo 2015 o altre linee di finanziamenti previste tra il 2007 e il 2013. Operazioni che non sono andate mai a buon fine e che hanno generato lo stallo del recupero programmato a causa dell’assenza dei fondi.” E prosegue: “Su incarico della delibera di giunta comunale n. 242 del 7 novembre 2012 veniva presentata una relazione preliminare in cui si riportava già una situazione di progressione di degrado (già nel 2012, quindi immediatamente successivo al protocollo del progetto di recupero) in particolare segnalando i crolli delle coperture lignee con documentazione fotografica che testimonia la grave compromissione di strutture già visibili nel 2017.
I progettisti stessi alla consegna del progetto evidenziavano già in essere un rapido deterioramento che avrebbe comportato delle importanti modifiche all’iter del progetto conservativo previsto. Già allora il progetto presentato si basava su una ipotesi dello stato di fatto del luogo già superato.” E prosegue: “In quei progetti l’intento di recupero del progetto si riferiva esclusivamente al complesso vincolato del Vecchio Mulino. L’Amministrazione si è occupata nel 2020 di riprendere in mano la situazione e comprendere quale fosse il punto di partenza per rivalutare una modalità di intervento che possa garantire la conservazione del bene prima di tutto e poi la possibilità di un intervento di recupero diviso in fasi e per il quale sia possibile reperire dei fondi progressivamente. Gli uffici tecnici comunali hanno svolto un’attività preliminare al fine di comprendere la possibilità di messa in sicurezza dell’edificio tutelato e, come obiettivo, mettere in atto delle operazioni di consolidamento e di conservazione del bene per evitare il completo degrado e arrivare a definire quali modalità di recupero possano essere messe in atto per arrivare poi alla restituzione della funzionalità del bene con nuove destinazioni che dovranno essere poi definite in condivisione con la cittadinanza”. Sullo stato dei lavori ad oggi l’ass.ra Castelli spiega: “Nel mese di novembre 2020 è stato dato incarico a un professionista esterno, l’Ing. Moioli, di stendere un progetto di fattibilità tecnico-economica con gli obiettivi che ho precedente illustrato ma che prendano in esame tutto il Molino Vecchio, compreso l’immobile confinante, non soltanto la parte vincolata, anche perché da quanto emerge dall’indagine storica, nelle mappe teresiane, il complesso è sempre rappresentato nella sua interezza e anche nei sopralluoghi effettuati sono emerse delle valenze e dei paramenti murali ecc. di una certa valenza storica anche della porzione confinante con la Roggia Bescapera”.
Sui fondi stanziati spiega: “Attualmente non sono ancora stati stanziati a bilancio i fondi per realizzare questo intervento di recupero sul Molino Vecchio. Abbiamo avviato questo iter di progettazione partendo dalla situazione reale del Molino che non corrisponde a quella individuata dal progetto iniziale, quindi non più utilizzabile. Abbiamo un edificio compromesso in molte parti strutturali, con forti demolizioni nella copertura con compromissione delle strutture lignee e forte degrado anche di parti murarie. Partendo da questa situazione vogliamo comprendere, attraverso questo iter procedurale, quali modalità mettere in atto in prima istanza per garantire la conservazione di quanto rimasto e poi progressivamente arrivare a definire, non solo le modalità di conservazione, ma anche quelle di recupero e funzionalizzazione. Per una prima fase di lavori è stata fatta una stima di massima di 270 mila euro ma non costituisce una cifra esatta, è un quadro di riferimento. Gli importi da destinare verranno stabiliti da questo iter progettuale avviato e sulla base di quello ci riserviamo la possibilità di mettere a disposizione delle cifre con la prossima variante di bilancio.” E conclude: “È importante tenere presente che sono periodi in cui permane una difficoltà di reperire fondi e che molte risorse economiche dell’Amministrazione sono indirizzate ad altre opere comunque importanti e di valore pubblico come gli interventi sul nuovo cimitero e quelli relativi all’edilizia scolastica in prospettiva a quelle che saranno le necessità future. Riteniamo comunque importante e fondamentale valorizzare il patrimonio storico esistente del Comune di Gorgonzola in una prospettiva anche di attenzione complessiva al patrimonio per creare dei veri e propri percorsi di attenzione legati alle ciclabili lungo il Naviglio Martesana che possano collegare tra loro i diversi ambiti storici di interesse che esistono sul territorio e necessitano di migliore valorizzazione”.