martedì, Gennaio 7, 2025

Ormai sui bonus ci hanno preso la mano e, come su un piano inclinato, non si riescono più a fermare. Solo così
si spiega l’incomprensibile Bonus TV che ignora gli SOS che arrivano dal nostro pianeta malato: un’istigazione
a buttare via televisori ancora funzionanti, secondo la logica ormai in voga da anni che sia meglio comprare
il nuovo piuttosto che riparare il vecchio.

Risultato: tonnellate di rifiuti RAEE e schede elettroniche da smaltire. Ripenso all’episodio dei Simpson in cui
Homer fa riempire di rifiuti la miniera abbandonata sotto Springfield per risolvere il problema dell’emergenza pattumiera (e la minieria poi ovviamente esplode sommergendo la città di schifezze) o a Maurizio Milani sul
palco dello Zelig: “Ieri non sapevo cosa fare… Sono andato a buttare via un pò di roba ancora bella… Una ragazza si è subito innamorata di me…”. Sembravano provocazioni grottesche: invece la realtà, ancora una volta, ha superato la fantasia.


Negli ultimi anni si è molto puntato sulla promozione dellee 4 R: Riduci, Riusa, Ripara, Ricicla. Le conoscono anche i bambini delle elementari, educati fin da piccoli alla tutela dell’ambiente. Ma i Governi, invece che investire sulle
categorie di lavoratori che aggiustano (elettricisti, manutentori di vario genere, calzolai, sarti…) e dare incentivi ai
cittadini che portano gli oggetti a farli riparare, puntano sul contrario. Va bene rottamare caldaie e auto che inquinano, ma la rottamazione non può essere la soluzione a prescindere. Così fanno il gioco dei colossi dell’elettronica e degli elettrodomestici: l’obsolescenza programmata va contrastata (magari con leggi ad hoc che li costringano a non utilizzare una componentistica insostituibile), non fiancheggiata. Perché non c’è niente di
più anti-ecologico che buttar via quello che funziona ancora, soprattutto se ingombrante e difficilmente smaltibile.

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