Sabato 5 maggio è avvenuta la presentazione della pubblicazione su Ca’ Busca e l’inaugurazione del Giardino + dei lettori. Nell’auditorium di via Montenero 30 la mattina di sabato 5 maggio gli autori Marco Cavenago e Alberto Guzzi hanno presentato alla cittadinanza “Villa Serbelloni – Busca e il suo giardino a Gorgonzola”, pubblicazione a cura del Comune di Gorgonzola per il progetto Storytelling – narrazioni di comunità in collaborazione con Astrov, Concordiola e Biblioteca Civica “Franco Galato”. «Oggi – ha esordito la responsabile del Servizio bibliotecario gorgonzolese Monica Catellani – siamo felici di presentare pubblicamente un volume che racconta la storia degli spazi in cui ci troviamo e di inaugurare il giardino dei lettori all’interno della biblioteca. Per me e per l’Amministrazione comunale è una doppia scommessa vinta che rilancia la biblioteca come luogo di cultura e di incontro fruibile a tutta la città». «Ringrazio gli autori della preziosa ricerca storica che sta alla base del volume – ha dichiarato il primo cittadino Angelo Stucchi – perché se Gorgonzola è una città che sta vivendo bene il suo presente lo deve alla sua capacità di saper guardare al proprio passato. Come cittadini riscopriamo così il senso di appartenenza a una comunità che ci rende orgogliosi di vivere qui oggi». Con l’ausilio di alcune slide gli autori hanno mostrato attraverso occhi nuovi i percorsi che abitualmente i residenti compiono lungo l’alzaia e negli edifici che costituivano quella che è nota come Ca’ Busca, la residenza gorgonzolese dei Serbelloni sottolineando che, la bellezza dei luoghi è ancora visibile nella funzionalità dell’impianto architettonico, pensato per coniugare lo svago della villa di campagna alle necessità produttive di quella che era la più grande azienda agricola in città. Il giardino ben rappresentò questa doppia funzione fino a divenire nell’Ottocento, su progetto di Simone Cantoni, un parco romantico con un aspetto più naturale e informale del bosco, con annessi laghetto e colline che ritroviamo ancor oggi in quello che è, dal1967, parco pubblico per volere del conte Gian Ludovico Sola Cabiati. «Questo lavoro, rimasto inedito fino alla pubblicazione online sul portale di storia locale Storie in Martesana, – ha spiegato l’autore e storico dell’arte Marco Cavenago – è il frutto di una ricerca iniziata nel 2013 per valorizzare Gorgonzola e il formaggio in vista di Expo 2015. Solo un anno e mezzo fa, in occasione della presentazione del volume sul restauro del campanile della chiesa di Gorgonzola si è iniziato a parlare non più della possibilità di una sua pubblicazione cartacea, ma della sua necessità per riappropiarsi della memoria comune della storia di questo paese». È stato poi il momento dell’inaugurazione de Il Giardino dei lettori progettato dall’architetto Caterina Vaghi e dall’agronomo Francesco Longhini, utenti della Civica biblioteca, coordinati dall’architetto Graziano Giovinazzi all’interno dell’azione Micro trasformazioni del progetto Storytelling – narrazioni di comunità cofinanziato da Fondazione Cariplo che, in due anni e mezzo, ha visto la partecipazione attiva di quasi 1200 persone. Alla realizzazione pratica, iniziata a ottobre 2017 con la verniciatura del muro e la messa a dimora del verde, proseguita a marzo 2018 con la realizzazione in calcestre dei camminamenti e delle aree di sosta, fino all’installazione del gazebo approvato dalla Soprintendenza pochi giorni fa, hanno collaborato liberi cittadini e professionisti. Ora questo giardino per la lettura, per una pausa durante lo studio o per microeventi culturali va a completare gli spazi interni della biblioteca adeguati alle norme antincendio. «Siamo qui oggi – ha concluso Nicola Basile, assessore a Processi partecipativi, Promozione attività culturali, Promozione attività giovanili, Associazionismo e Volontariato – perché presentiamo alla città uno spazio riadeguato, messo a norma e fruibile e un’elaborazione storica che racconta un pezzo di Gorgonzola che nascedentro a un processo di partecipazione. Io credo che la cifra di Storytelling e che questa amministrazione ha cercato di fare in questi anni sia proprio il mettere al centro persone e relazioni. Il fatto che le comunità in futuro possano reggere dipenderà dalle infrastrutture sociali, da persone capaci di mettersi a disposizione. Nella microtrasformazione della passerella di via Diaz, vedere una sessantina di persone, – dai bambini agli
adolescenti, dalle famiglie agli anziani – spendere parte di un qualsiasi sabato mattina per ridipingere un attraversamento sul naviglio a beneficio della comunità, per me è stato estremamente emozionante. Credo che solo attraverso processi di questo tipo, in grado di mettere in rete le persone, è possibile rigenerare le città tornando a una loro visione funzionale capace di mettere al centro i bisogni e i sogni di chi questa città la vive».
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