domenica, Novembre 24, 2024
Settore manifatturiero lombardo: il trend rimane positivo

I dati del quarto trimestre 2022 sulla produzione manifatturiera allontanano ulteriormente i timori di recessione alimentati dall’inflazione e dal clima di instabilità internazionale. Infatti, l’indice della produzione lombarda continua a crescere con una variazione congiunturale del +0,8%, contrariamente a quanto avviene a livello nazionale, dove la variazione trimestrale è del -0,4%. Il profilo che ne emerge è una prosecuzione della fase positiva del manifatturiero regionale, che in media annua nel 2022 registra un complessivo +6,3% sul 2021 e +10,8% sopra il 2019, un recupero dal pre Covid ben più marcato del +0,5% nazionale e in netto distacco rispetto ai valori negativi di Spagna (-0,6%), Francia (-4,6%) e Germania (-5,8%). La performance positiva lombarda in chiusura d’anno è condivisa da tutte le classi dimensionali; infatti, il +0,8% congiunturale si distribuisce tra un +0,5% per le piccole imprese, un +0,6% per le medie ed un +1,6% per le grandi imprese.

Con riferimento ai settori, nel 2022 parti importanti del Made in Italy lombardo vedono una consistente crescita di attività: la moda in primis (l’abbigliamento +24,5%, pelli-calzature +21,7%, tessile +10,8%), insieme al design (legno, mobilio), ma anche l’alimentare e meccanica (entrambi +6,8%). Tuttavia, anche in questo caso emerge il rallentamento che ha caratterizzato la fine del 2022 rispetto ai tassi di maggiore crescita di inizio anno. Le esportazioni lombarde nel 2022 raggiungono il nuovo record di 162,6 miliardi di euro, in aumento del +19,1% sul 2021 e del +27,5% sui livelli pre Covid. Si tratta tuttavia di valori correnti, che quindi sono fortemente condizionati dalle elevate dinamiche inflattive. In ogni caso, la crescita annua per la Lombardia è più alta di quella registrata per principali benchmark nazionali (Piemonte +18,5%, Veneto +16%, Emilia-Romagna +14,6%) ed europei (Baden-Württemberg +18,9%, Bayern +13,9%, Cataluña +18%, Auvergne Rhône-Alpes +16%) ed è sostanzialmente allineata al +20% italiano. Il +19,1% annuo lombardo in valore si confronta con un dato in volume (e quindi che neutralizza l’aumento dei prezzi) del +7,4%, che tuttavia incorpora aumenti anomali dell’automotive (indotti da un effetto confronto sbilanciato).

Al netto del settore auto, la performance annuale dell’export in volume è nel complesso appena lievemente negativa, risentendo di un rallentamento progressivo ed evidente nei numeri della seconda metà del 2022. In valore, le esportazioni che crescono maggiormente sono quelle di elettronica (+30,7%), legno (+23,7%), moda (+23,3%), metalli (+22,7%) e farmaceutica (+22,5%), quest’ultima con incrementi importanti anche in volume, così anche come per l’elettronica e gli alimentari. Tra i paesi di destinazione, contribuiscono maggiormente alla crescita dell’export in valore lombardo gli scambi con i paesi extra UE27 (+19,5% annuo), in particolare con Stati Uniti (+37%), Svizzera (+31,9%) e Turchia (+22,4%). All’interno dell’Unione Europea, il cui incremento è invece del +11,5%, i flussi più consistenti sono quelli con Paesi Bassi (+27,9%), Spagna (+27,7%), Germania (+20,3%), Polonia (+17,9%) e Francia (+13,9%). Guardando al quadro più recente, segnali positivi per l’industria provengono anche dal clima di fiducia di febbraio per il manifatturiero, che cresce nel Nord-Ovest, seppure in maniera contenuta (da 102,7 a 103,7) e rimane stabile in Italia, mentre diminuisce per i principali benchmark europei.

In particolare, nel Nord-Ovest crescono i saldi degli ordini sia in termini di domanda nazionale che estera. Ancora più in prospettiva, migliorano le attese sulla produzione e sugli ordini per i prossimi 3 – 4 mesi e, al contempo, scendono le scorte di prodotti finiti, tutti elementi che delineano secondo le imprese un quadro di tenuta per il breve termine. Al contrario, sul fronte delle imprese dei servizi si rileva un calo del clima di fiducia nel Nord-Ovest, che segue a due mesi di risalita. A febbraio 2023, il calo nel Nord-Ovest è più marcato che a livello nazionale a causa di un peggioramento delle opinioni sull’andamento dell’azienda (al rialzo invece per l’Italia) e ad un calo più consistente nei giudizi sugli ordini, a cui si aggiungono aspettative in ribasso per i prossimi mesi. Dinamiche di rallentamento si osservano anche per i principali benchmark europei, ad eccezione della Francia dove il clima di fiducia dei servizi cresce leggermente. Infine, aumenta la fiducia dei consumatori, che tocca il livello più alto da marzo 2022.

Tra le componenti dell’indice sono in deciso rialzo delle opinioni sulla situazione economica generale e sul clima futuro, mentre segnali più deboli emergono per il clima personale e quello corrente. Passando al quadro del mercato del lavoro, nel 2022 gli occupati in Lombardia sono 92 mila in più rispetto al 2021, ma ancora 27 mila in meno dei 4.451 mila di tre anni fa. Questa crescita è accompagnata sia dalla diminuzione dei disoccupati (-45 mila individui) sia dalla riduzione nel numero di inattivi (-64 mila individui); i primi calano rispetto alla situazione pre pandemica (-39 mila disoccupati), mente i secondi contano ancora 41 mila individui sopra i livelli 2019. Le stesse dinamiche emergono dal tasso di disoccupazione, sceso di ben 0,7 punti percentuali sotto al 5,6% pre Covid, e da quello di occupazione, salito al 68,2% e quasi in linea con il 68,4% del 2019.

Con riferimento alla composizione per genere, in Lombardia la variazione positiva nel numero di occupati è trainata dalla componente maschile, che conta 70mila uomini occupati in più rispetto al 2021, mentre per le donne la crescita si ferma a +22mila lavoratrici. Permane il divario con i livelli pre Covid, in quanto si contano ancora -17mila lavoratori maschi e -10mila donne occupate. Nel 2022 sale anche il gender gap a 15,4 punti percentuali dai 13,9 del 2021, determinato da un maggior incremento nel tasso di occupazione maschile (da 73,4% a 75,8%) rispetto a quello femminile (da 59,5% a 60,4%). La crescita degli occupati non ha tuttavia caratterizzato tutti i settori dell’economia lombarda: l’agricoltura, infatti, perde 17mila lavoratori rispetto al 2021. Aumenta invece il numero di occupati nel commercio, alberghi e ristorazione (+36mila), nell’industria (+30mila), nelle costruzioni (+24mila) e i lavoratori negli altri servizi (+18mila). In ultimo, all’aumento dell’occupazione in Lombardia contribuisce soprattutto la crescita dei lavoratori dipendenti (+83 mila), accompagnata da un +8mila registrato per quelli indipendenti che, sebbene rimanga un numero contenuto, rappresenta comunque un’inversione di tendenza rispetto a quanto registrato negli ultimi due anni. Fonte: www.genioeimpresa.it

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