In queste settimane l’Amministrazione comunale ha avviato il processo per l’aggiornamento di alcune parti della convenzione relativa al Comparto C6, area attorno a Cascina Antonietta. Si tratta di un’operazione necessaria per dare corso al polo scolastico che sarà composto da una scuola dell’infanzia, una scuola primaria di primo grado, una mensa, una palestra e un’area parcheggio oltre ad alcuni elementi riguardanti sicurezza e riorganizzazione viabilistica. «La città che verrà – ha spiegato il primo cittadino di Gorgonzola, Angelo Stucchi – avrà certamente uno dei suoi fulcri nell’area attorno a Cascina Antonietta, lì dove è più evidente il processo che lega la storia del territorio gorgonzolese con il nuovo presente: la costruzione rurale con il suo grande cortile, le sue famiglie profondamente legate a quella terra e chi solo ora entra a fare parte di questo spazio non più coltivato ma abitato e servito da infrastrutture di trasporto».
La convenzione esistente, nell’articolo numero 13, attribuisce ai costruttori l’onere dell’incarico ad un professionista per la redazione di un piano di recupero di iniziativa pubblica di Cascina Antonietta dove indicare obblighi di intervento e tempistiche di realizzazione, azione che dalla sottoscrizione della convenzione nel 2012 non è mai stata attuata. Nel frattempo in questi otto anni la situazione della cascina si è fortemente modificata con singoli interventi portati avanti autonomamente da alcuni proprietari. «Per agevolare la possibilità di intervenire sulle proprie abitazioni da parte dei proprietari della Cascina e allo stesso tempo facilitarne l’armonizzazione e il coordinamento degli interventi – ha spiegato Nadia Castelli, assessore con deleghe a programmazione e salvaguardia del territorio, edilizia privata e pubblica, politiche dell’abitare – si avvierà un percorso condiviso con i cittadini per individuare quelli che sono gli strumenti più idonei per il raggiungimento di questi obiettivi. Penso per esempio a strumenti diversi rispetto al piano di recupero come possono essere schede di indirizzo, riferimenti paesaggistici per le scelte tipologiche degli interventi, scomposizione di ambiti più ridotti ma coordinati che consentano di attuare il recupero della Cascina a partire dalla situazione e dalle esigenze reali e attuali».
Per far sì che il Piano di Recupero non rimanga ancora un semplice un articolo della convenzione si chiederà ai costruttori oltre di farsi carico dei costi, come già indicato in convenzione, di fornire uno studio, schede, riferimenti che permettano ai proprietari un rapido recupero delle proprie proprietà in modo armonico e coordinato, capaci di superare i limiti di un piano di recupero. Si chiederà che questo studio sia uno strumento agile, e non solo vincolistico come è un piano di recupero, per permettere ai proprietari, quando lo vorranno, di intervenire sulle loro case con più facilità. «Uno strumento – ha concluso il sindaco Stucchi – che interpreta e realizza al meglio quelle che sono le nuove esigenze di chi lì abita per restituire una bellezza ora sbiadita. Uno strumento capace di conservare e riproporre il ruolo storico che questa e altre cascine del territorio hanno per la nostra città e come in passato siano anche capaci di influenzarne il futuro».