sabato, Novembre 23, 2024
Zona Rossa: una pietra tombale per il commercio lombardo?

Covid: la zona rossa rischia di infliggere il colpo finale ad un sistema commerciale lombardo già in ginocchio. E’ l’allarme lanciato da Confcommercio Lombardia. “Non solo la crisi terribile in cui versano pubblici esercizi; ora il nuovo giro di vite, un provvedimento feroce che andrà ad infierire anche su tante attività commerciali che hanno già sopportato il lockdown di novembre e le chiusure di dicembre. E tra l’altro nel pieno della stagione dei saldi. Non esageriamo se parliamo di provvedimento feroce, un disastro”, commenta Carlo Massoletti, vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia. I dati apparivano in miglioramento, ma la stretta sugli indici introdotti dal nuovo DPCM ha spento le speranze per tanti esercizi commerciali che si aspettavano una timida boccata di ossigeno dai saldi invernali. Ora la zona rossa rischia di essere la pietra tombale definitiva. “Sarà una débacle per tanti negozi di abbigliamento, di calzature, di casalinghi, di pelletterie e valigerie. Non si può finire in zona rossa da un giorno all’altro. Dobbiamo renderci conto che a rischio c’è la tenuta di un sistema economico già al limite perché il tessuto commerciale delle nostre città è già fortemente compromesso da mesi di restrizioni della mobilità e di vero caos normativo, con il consumatore costretto a destreggiarsi tra regole e divieti che cambiano di giorno in giorno – osserva Massoletti -. Una stagione di vendite promozionali peraltro già fortemente penalizzata in partenza – con un calo della spesa a famiglia stimata in almeno 70 euro rispetto allo scorso anno – che però ora in Lombardia sarà definitivamente compromessa”.
L’inserimento della Regione in zona rossa andrà a chiudere nuovamente gli esercizi commerciali di abbigliamento e calzature impattando su 34mila imprese dell’intera filiera moda. Ancora una volta a tutto vantaggio del solo commercio online. “A questo punto non c’è un comparto del terziario lombardo che non sia colpito dalle restrizioni; se non ci saranno subito altri risarcimenti veloci e sostanziali la tenuta del sistema è appesa ad un filo. Così come la vita di tanti centri storici e delle vie commerciali delle città”, conclude Massoletti.

Il quadro nazionale: i saldi a metà tra voglia di spesa e risparmio – Secondo un’indagine Confcommercio sugli acquisti degli italiani in occasione della stagione dei saldi invernali, sei italiani su dieci faranno acquisti con una percentuale leggermente in crescita rispetto all’anno scorso (64% contro 61,8%). Diminuisce invece, secondo l’Ufficio Studi di Confcommercio, la spesa a famiglia destinata allo shopping scontato stimata in 254 euro contro i 324 euro dell’anno passato, quindi 70 euro in meno. In forte aumento la percentuale dei consumatori che acquisteranno in saldo “online” a discapito dei negozi tradizionali a seguito dei vari lockdown: il 35% di chi farà shopping sceglierà, infatti, la modalità online (il 13,7% in più dello stesso periodo dell’anno scorso). In vistoso aumento (+7,9%) la percentuale di chi attribuisce maggior importanza al prezzo dei prodotti, a testimonianza delle difficoltà economiche che stanno attraversando le famiglie italiane in questo periodo. Aumenta la percentuale di acquisti di capi di abbigliamento (+0,7%) e calzature (+7,3%), mentre  scende la preferenza per accessori (-4%) e biancheria intima (-4,5%). Le imprese del commercio al dettaglio stanno vivendo un momento di estrema difficoltà che si riflette anche nelle aspettative riguardo i saldi: solo il 7,1% dei commercianti ritiene che il proprio negozio sarà visitato in misura maggiore durante i saldi invernali rispetto al gennaio 2020.

Le dinamiche e le tendenze – Il 64% dei consumatori ha dichiarato di avere intenzione di approfittare dei prossimi saldi invernali, l’emergenza sanitaria potrebbe aver portato i consumatori a risparmiare per acquistare a saldo (erano il 61,8% nel 2020, erano il 61,6% nel gennaio 2019, il 61,4% nel 2018 e in vista del gennaio del 2010 era risultata pari al 69,3%). Gli italiani acquisteranno in saldo prevalentemente: capi di abbigliamento (per il 96,6% contro il 95,9% del 2020), calzature (per l’89,3% contro l’82% del 2020), accessori (sciarpe e guanti) per il 33% (erano il 37% nella previsione del 2020) e biancheria intima (25,5% contro il 30% dello scorso anno). In grandissimo aumento la percentuale di consumatori che acquisteranno in saldo online a discapito dei negozi tradizionali: 48% nei negozi fisici il 35 % online ovvero rispetto al 2020 la scelta dello shopping sul web sale del 13,7% mentre scende dell’8,1% la spesa nei negozi. In vistoso aumento la percentuale dei consumatori che giudica positivamente la qualità dei prodotti venduti a saldo (94,1% vs 86,4% del gennaio 2020). Aumenta anche la percentuale dei consumatori che attribuiscono maggiore importanza al prezzo dei prodotti acquistati in saldo (+7,9 rispetto alle previsioni del gennaio 2020 era il 35,7%) a discapito della ricerca della qualità. Infine, oltre il 77% dei rispondenti ha dichiarato di sentirsi «molto o abbastanza tutelato» quando acquistano a saldo, dato in forte aumento rispetto al gennaio 2020 (+8,2 punti).

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